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Matteo Renzi: elezioni? Ampia maggioranza in caso di crisi. Esce allo scoperto, messaggio a Conte

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Matteo Renzi tiene sul chi va là Giuseppe Conte e lancia un messaggio: al voto in caso di crisi? No, prima occorre verificare se c’è una maggioranza. Il leader di Italia Viva esce allo scoperto in un'intervista al Messaggero: "Mi accusano di cercare la rottura ma lavoro per salvare il Paese. Scommetto su ampia compagine parlamentare per andare a elezioni nel 2023". Riguardo al Recovery fund "ci sono duecento miliardi di euro che appartengono ai nostri figli, che noi prendiamo in prestito aumentando il debito pubblico e che servono per il futuro dell’Italia. Non accetto che qualcuno voglia spenderli alla chetichella, senza passare dal Parlamento. E non accetto che qualcuno possa esautorare il governo con task force e poteri sostitutivi. Io non lavoro per la crisi del governo, lavoro per evitare la crisi del Paese".

 

"Innanzitutto c’è un problema di metodo, poi uno di merito - afferma il leader di Italia Viva riguardo l’utilizzo dei fondi Ue da parte di Governo e Parlamento -. Il problema di metodo è enorme. Siamo onesti intellettualmente: se questa proposta di governance l’avesse avanzata Silvio Berlusconi oggi ci sarebbero le manifestazioni di piazza e la protesta degli intellettuali. Un enorme girotondo virtuale unirebbe l’Italia e le istituzioni accademiche pullulerebbero di allarmi sulla tenuta democratica. I Dpcm sono una discutibile risposta all’emergenza sanitaria. Inserire la governance del progetto di rilancio del Paese in un emendamento di bilancio che arriva in piena notte ai ministri è inaccettabile. Se per quieto vivere gli altri colleghi parlamentari non hanno il coraggio di chiamare le cose con il loro nome, è un problema loro. Io, come lei sa, ho molti difetti ma non sono un pavido: questa cosa si chiama scandalo. E lo urlo a pieni polmoni in Parlamento, in tv, sui giornali".

 

Renzi ribadisce la "minaccia": se non cambia sulla task force per i fondi europei cade il supporto al governo.  "A noi interessa aiutare l’Italia - continua Renzi -, non prendere un ministro in più. Abbiamo due ministre e un sottosegretario: a differenza di altri Teresa, Elena, Ivan sono pronti a dimettersi domattina e lasciare le tre poltrone. A noi non servono sgabelli o strapuntini: noi siamo quelli che portano le idee, non che chiedono i posti". Su crisi ed elezioni anticipate, dice che "se mai dovessimo arrivare alla crisi si parla con le istituzioni, non con i commentatori. La bussola per il Presidente della Repubblica è la Costituzione. Penso che voteremo per le politiche nel 2023. Gli alleati del Pd la pensano quasi tutti come me e come Delrio. Ma molti non hanno la forza e il coraggio di dirlo. L’importante è che il premier cominci ad ascoltarci. Lo dico innanzitutto nel suo interesse".

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