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Lega, rivolta dei territori contro il "Sì" di Salvini al referendum

Dopo l'uscita di Giorgetti sale la protesta: così avremo meno posti in Parlamento

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Il sasso lo ha lanciato Giancarlo Giorgetti, e da quel momento le acque nello stagno leghista sono agitatissime. Stando a quanto riferisce il "Corriere della sera" in un articolo firmato da Francesco Verderami, nel Carroccio sarebbe in corso una vera e propria rivolta contro la decisione del leader Matteo Salvini di sostenere il "sì" al referendum costituzionale sul taglio dei parlamentari.

Una decisione, quella del segretario, che se da un lato è coerente - la Lega ha già votato quattro volte sì in Parlamento alla riforma - dall'altro lato rischia di rivelarsi nefasta per la classe dirigente del Carroccio. I conti sono presto fatti: se al taglio dei Parlamentari dovesse essere accoppiato un ritorno al sistema elettorale proporzionale, nonostante l'impennata di consensi il partito di Salvini avrebbe meno poltrone da distribuire alla Camera e al Senato.

Stando alle proiezioni effettuate da diversi istituti di sondaggi, infatti, la Lega perderebbe in tutto 29 onorevoli, mentre l'unico partito ad aumentare il numero dei seggi nonostante il seggio sarebbe Fratelli d'Italia. Non a caso Giorgia Meloni non ha mai tentennato sul "sì" al referendum.

E' per questi motivi che nel Carroccio in tanti si smarcano dalla linea del segretario. E se c'è chi lo fa pubblicamente - oltre a Giorgetti il governatore della Lombardia Attilio Fontana - c'è pure chi non si espone ma fa capire come la pensa. Ad esempio il governatore del Veneto Luca Zaia, che si lascia andare a una battuta amara: "Con l'autonomia dicevano che stravolgevamo la Costituzione. Invece, con questa riforma che non prevede neanche contrappesi al taglio dei parlamentari, nessun problema..."

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