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Un governo di suonati. Lo show di Conte & Co. per nascondere le magagne

La manifestazione dei disabili a Montecitorio diventa l'ennesimo show del premier

Franco Bechis
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L'esibizione è durata in tutto un paio di minuti. Davanti a Montecitorio ieri sera bacchette in mano Giuseppe Conte, mezzo suo governo e il presidente della Camera Roberto Fico hanno fatto rullare i tamburi e suonato i piatti di una improvvisata orchestrina. Il premier sulle prime ha provato a dirigere i veri musicisti che erano in piazza, i ragazzi «diversi» della Banda Rulli Frulli di Mirandola, che erano lì insieme agli amici del Tortellante e a quelli di PizzAut con le loro cucine mobili affollate da giovani pizzaioli autistici. 

 

Erano tutti lì da ore per una iniziativa sulla disabilità organizzata dal senatore Eugenio Comincini di Italia Viva. Con il suono dei tamburi quei bravissimi ragazzi avevano naturalmente attirato la curiosità dei passanti, e fra loro anche quella di alcuni parlamentari che alla Camera erano in attesa del voto sullo scostamento di bilancio. C’era Andrea Romano che ha colto l’occasione per divorarsi una bella pizza e poi generoso ha lasciato anche la mancia pagandosela 20 euro. E anche i renziani Luciano Nobili e Mauro Del Barba che hanno spiluccato qua e là. Ma anche fotografi, giornalisti e cameramen sono stati attratti dal frastuono, e sulla rete hanno iniziato a girare i loro primi filmati sulla iniziativa. Così hanno scatenato il tam-tam: che c’è di meglio per un politico che farsi immortalare con una pizza o un piatto di tortellini sfornati da ragazzi disabili? Sono tutti punti Paradiso. Prima sono venuti ad annusare l’aria i vari portavoce di ministri e istituzioni. Poi all’improvviso è calato lì mezzo governo. Ecco il titolare dell'Ambiente, Sergio Costa. Poi quella della famiglia, Elena Bonetti. Ed ecco ancora Teresa Bellanova e subito dopo Nunzia Catalfo e Roberto Gualtieri.

 

È a quel punto che è gracchiata la radio dei poliziotti: l’assembramento benefico non è sfuggito agli occhi attenti di palazzo Chigi: «Il presidente Conte ha deciso di venire lì». Altro avviso: «Sta arrivando il presidente della Camera Fico». Il premier si è fiondato sui tortellini, Fico dai pizzaioli dove ha preso una birra che si è scolato direttamente alla bottiglia. Poi tutta la banda si è trovata ai tamburi, iniziando a fare ruotare le bacchette. Uno spettacolo la foga messa da Conte e Gualtieri: sembravano quel vecchio duo musicale-comico che ci regalò la fantasia di Renzo Arbore: Otto e Barnelli, vestiti proprio di piatti, tamburi e ogni topo di strumento che suonavano perfino con i piedi (come i loro emuli di ieri).

 

Mentre il gruppetto suonava, nelle stanze del palazzo veniva invece suonato e sonoramente nel voto sulle presidenze delle commissioni parlamentari che stava diventando una sorta di Caporetto della maggioranza parlamentare. Al centro dello show però Conte&co. non se ne accorgevano, e cercavano di sfruttare la popolarità mediatica di questa visita ai ragazzi disabili. Conte è un professionista in questo: da quando è a palazzo Chigi si è fiondato a ogni evento di questo tipo (anche un concerto domenicale che si era tenuto davanti a palazzo Chigi). Naturalmente in ognuna di quelle esibizioni ha promesso meraviglie governative in arrivo. Lo ha fatto il 15 dicembre del 2018: «Sta per arrivare il codice unico della disabilità». Poi il 2 aprile 2019, quando ha pubblicato sul suo profilo Facebook la lettera di un ragazzo autistico: «Ti posso annunciare che presto avremo il codice unico per la disabilità». Il 15 settembre 2019 sempre Conte alla Fiera del Levante: «Presto il codice unico sulla disabilità». Il concetto di “presto” che ha Conte è assai singolare. Perché correndo così di fretta è arrivato ai suoi recenti stati generali. Il 21 giugno ha incontrato i presidenti di due associazioni – Fish e Fand- e ha spiegato dottorale come fa lui: «La cosa più importante ora è realizzare il codice unico della disabilità». Ora ha preso l’impegno anche con gli altri paesi europei nel suo libro dei desideri per fare sganciare all’Italia il Ricovery Fund. Sì, ha <CW10>usato anche i disabili che sta prendendo per i fondelli da due anni per commuovere i partner europei. 

Potete stare certi che questo leader vecchio Sud America che qualcuno un giorno incautamente ha catapultato a palazzo Chigi ora che ha ottenuto i pieni poteri del nuovo stato di emergenza finalmente quel codice realizzerà. Fidatevi, amici delle associazioni. Presto lo farà, e se non avrete in mano quel testo sarà solo perché lo segreterà. Come ha fatto su tutti gli atti che hanno tolto la libertà agli italiani in questi lunghi mesi. Vi avevamo riferito su queste colonne qualche giorno fa della decisione del Tar del Lazio che aveva intimato a palazzo Chigi di rendere pubblici alcuni verbali fondamentali del comitato tecnico scientifico in cui sarebbe stato giustificato il lockdown. Ma come spiega bene Francesco Storace oggi Conte non ha voluto obbedire, e ha fatto ricorso davanti al Consiglio di Stato pur di mantenere segreti quegli atti come quelli del disastro di Ustica. 

Un paese prima impaurito e poi addormentato dagli show di palazzo continua ad accettare da questo Caudillo quel che non avrebbe tollerato da qualsiasi altro governo. Altro che segretezza: dovrebbe essere reso pubblico qualsiasi atto o decisione del governo e delle sue task force che fin da metà gennaio ha motivato questa decisione eccezionale di sospensione di molte libertà costituzionali. È il minimo che si possa chiedere in un paese democratico, e la sola ipotesi (contenuta nel ricorso) di una segretezza imposta da «ragione di ordine pubblico» fa immaginare che la coscienza di chi ha preso quelle decisioni sia assai poco pulita. Ma prima o poi questo paese alzerà la testa e lo show inevitabilmente finirà.
 

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