Cerca
Logo
Cerca
Edicola digitale
+

La rivolta delle pance italiane

Centinaia di migliaia chiedono i buoni spesa promessi da Conte. Richieste tre volte più dei fondi. Troppe persone non hanno più soldi per mangiare e chiamano perfino i carabinieri per averne

Franco Bechis
  • a
  • a
  • a

A Torino le domande arrivate in poche ore sono state 20mila. Ma ci sono fondi per esaudirne massimo 12mila. A Genova le richieste son state 23mila, e se va bene sarà possibile dare risposte solo a un terzo. Stessa cosa a Brescia, a Bergamo, a Firenze, a Bologna. A Roma l'assalto non è ancora partito perché hanno fatto qualche pasticcio sia governo che Regione con l'accredito dei fondi sui conti correnti del comune. Ma è presumibile che sia così, e che lo stesso problema ci sia a Bari, Napoli, Palermo e in tutta Italia. C'è la fila degli stomaci vuoti agli sportelli reali o virtuali per ottenere il buono spesa annunciato ormai molti giorni fa dal presidente del Consiglio, Giuseppe Conte. Purtroppo come scrivemmo all'indomani del solito show di palazzo Chigi, la cifra stanziata - 400 milioni di euro - si sarebbe rivelata in grado di dare qualche briciola, non pagnotte di fame a chi ha lo stomaco vuoto da giorni. E non sono bastati nemmeno i fondi aggiuntivi messi da Regioni, enti locali e donazioni. C'è la fame in Italia, e c'è per responsabilità esclusiva del governo. Sono stati i decreti firmati da palazzo Chigi che hanno chiuso la stragrande maggioranza delle botteghe, degli studi, delle piccole, medie e grandi imprese ad avere affamato gli italiani. Per forza: non c'è un euro a disposizione, e non si può vivere nemmeno di aria e amore, perché hanno vietato l'una e l'altra cosa. E' come una roulette russa: devi scegliere se morire di Covid 19 o di fame, ma comunque giri il tamburo della pistola trovi il colpo letale: manca proprio quello a vuoto.  Per approfondire leggi anche: Altro che Cura Italia, la Meloni smaschera il governo E' evidente da tutto ciò che ha fatto il governo fin qui che nessuno dei personaggi chiusi nei bunker dei vari palazzi ha la minima idea di cosa sia l'Italia e tanto meno delle condizioni in cui ha fatto precipitare l'intero paese solo inorgogliendosi per qualche like in più sui social. Non hanno la coscienza del dramma provocato perché a parte il teatro (al premier è pure scappata una lacrimuccia durante una intervista), la coscienza sembra proprio non esserci. Basta vedere come preparano i provvedimenti che sono di massima urgenza. Il decreto Cura Italia è lì in mezzo al mare, sballottato nelle aule parlamentari per discussioni fatte rigorosamente a pancia piena. Per molte norme è un vero bluff, per altre nella sua attuazione pratica una colossale presa per i fondelli. Guardate i 600 euro dell'Inps: è stato erogato un solo euro di quello che doveva essere il “reddito di cittadinanza” distribuito “per marzo” a chi non aveva più nulla avendogli chiuso ogni attività? No, manco uno, mentre quelli del bunker continuano ad annunciare che “crescerà” di peso il bonus di aprile: 800 euro. Arriverà entro Natale? Se vanno avanti così, certo il bonus verranno a prenderselo direttamente a palazzo Chigi. Come il buono pasto, come tutto quel che è stato promesso e non c'è. Continuano a non capire l'urgenza del paese, una drammaticità in cui è precipitato non per colpa del virus, ma per responsabilità di chi governa l'Italia chiuso nel bunker. Si baloccano lì dentro con i dpcm e i decreti leggi come stessero a giocare con il Monopoli. E infatti in queste ore drammatiche si sono messi a litigare perfino sulla Sace come fanno i bambini: eh, no, stai portando via una cosa a me! Pazzesco. Come folle è il fatto che di tutto quello che è stato annunciato in pompa magna fra vari svarioni religiosi da Conte (il bazooka), il giorno dopo nulla è sulla Gazzetta Ufficiale. Il provvedimento vero non c'è. La bozza che abbiamo è di un centinaio di pagine dove - come ha notato ieri sera Edward Luttwak in tv - sono stati scritti gli stessi identici interventi messi dai governi di altri paesi in 7-8 paginette chiare come un abecedario. Letto quel decreto, confesso di non avere capito una sola acca di pagine e pagine. Il capolavoro è contenuto nell'articolo 15, un testo infinito di rimando ad altre norme, commi, leggi, dpcm scritto dal peggiore degli azzeccagarbugli che lo ha fatto scientemente perché nulla fosse applicabile davvero. Si divertono nel palazzo dove sono rinchiusi evidentemente con i peggiori collaboratori esistenti nella macchina dello Stato, a scrivere le leggi così. Si divertiranno molto meno quando dopo le pance anche le teste degli italiani se ne saranno accorte.

Dai blog