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Ecco il decreto "Cura Italia". Ma Conte ammette: "Non basterà". Alla sanità solo 3,5 miliardi

Premier Giuseppe Conte

Le misure previste dal governo per famiglie e imprese, dai permessi per il lavoro alla sospensione dei contributi

Dario Martini
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Il Consiglio dei ministri ha approvato il decreto "Cura Italia" per affrontare l'emergenza coronavirus sia dal punto di vista sanitario sia economico, soprattutto per aiutare famiglie e imprese. Ma questo provvedimento, per stessa ammissione del premier Giuseppe Conte, "da solo non basterà, serviranno nuove misure". Misure che arriveranno a marzo. Un pacchetto complessivo di 25 miliardi, ma alla sanità e alla protezione civile vanno solo 3,5 miliardi, da molti giudicati insufficienti. Al lavoro e al sostegno del reddito vanno 10 miliardi. "Abbiamo approvato il decreto marzo, che è un decreto molto consistente, e con il quale diamo una prima risposta alla crisi coronavirus sul piano economico e non solo. Abbiamo deciso di utilizzare tutto il limite di indebitamento netto che ci è stato autorizzato dal Parlamento per questo primo intervento, ha spiegato il ministro dell'Economia Roberto Gualtieri al termine del Consiglio dei ministri che ha varato il dl «Cura Italia". La ministra del Lavoro, Nunzia Catalfo, ha spiegato le misure che la riguardano direttamente: "Allargamento dei permessi previsti dalla legge 104 che passeranno a 12 giorni tra marzo e aprile con uno stanziamento di 500 milioni; 3 miliardi a tutela del periodo di inattività per autonomi e liberi professionisti, e poi sospensione dei contributi previdenziali e ci sarà un ulteriore intervento sulle procedure di licenziamento: verranno fermate quelle dal 23 febbraio in poi, data di inizio dell'emergenza. I lavoratori in quarantena verranno considerati come in malattia". Inoltre, "gli ammortizzatori sociali sono finanziati per 9 settimane, le tutele per autonomi e professionisti contenute nel decreto marzo verranno rinnovate nel prossimo decreto".

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