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Scuole chiuse e genitori al lavoro, i bambini li lasciamo a Conte

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Niente legge per tenere a casa uno dei genitori, l'annunciato bonus baby sitter e i congedi parentali rimangono lettera morta

Franco Bechis
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A ventiquattro ore dalla chiusura delle scuole e delle università il governo guidato da Giuseppe Conte non ha ancora pensato ai genitori che all'improvviso si trovano figli piccoli a casa senza essere preparati a tenerli. Il governo già nelle prime ore aveva annunciato di pensare a un bonus baby sitter o a congedi parentali straordinari di cui potrebbero usufruire padre o madre per accudire i figli. Ci si aspettava il varo del provvedimento entro la mattinata di ieri, perché non c'è misura più urgente. E invece nulla è avvenuto. Peggio: nulla avverrà nemmeno oggi, né domani né dopodomani. I ministri alla spicciolata hanno semplicemente annunciato che se ne occuperanno la prossima settimana. Leggi anche: Formigli mostra in tv i malati gravi di coronavirus E nel frattempo con i figli come faranno? Consiglierei di portarli tutti a palazzo Chigi prima di andare al lavoro, almeno si renderanno conto in quei palazzi di che cosa è la vita reale. Avremmo sperato, disposti a concedere una linea di credito a chi oggi è impegnato nella gestione di una crisi sanitaria difficilissima che potrebbe diventare drammatica, di non vedere più passerelle, annunci sulle nuvole, petti gonfiati. Invece dopo avere annunciato un decreto economico da 3,6 miliardi di euro, ieri sia Conte che il ministro dell'Economia Roberto Gualtieri si sono presentati in sala stampa della presidenza del Consiglio dei ministri tutti tronfi per dire che l'intervento è di 7,5 miliardi di euro. Magari domani saranno 15, dopodomani 30 e domenica 60 miliardi, come in una partita di poker in cui ognuno rilancia. Ma non c'è un solo comma di legge che sta per andare in Gazzetta ufficiale, e la sola cosa che ieri è passata in consiglio dei ministri è una sorta di domanda in carta bollata da presentare alla commissione europea per chiedere se noi quei soldi possiamo davvero spenderli, non avendoli e dovendo andare in deficit. Certo, dobbiamo mettere il silenziatore alle polemiche, essere tutti uniti perché è un momento straordinario come ha chiesto ieri il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Ma se bisogna essere seri, i primi ad avere questa responsabilità debbono essere Conte e i suoi ministri, e l'annuncite non può fare parte del loro repertorio in questo momento. Dicano le cose quando possono essere fatte, spieghino gli aiuti e i sostegni se poi entrano in vigore domani. Anche sulla questione della chiusura delle scuole si poteva essere più seri. Da settimane veniva chiesta come misura utile a tamponare il contagio, e c'è stato tutto il tempo necessario per deciderla e pensare dal primo giorno anche ai genitori. Invece è stata annunciata un pomeriggio tardi e soluzioni per i poveri genitori che dovranno ora consumare per forza i propri permessi e le proprie ferie fino ad esaurimento, non c'è. Poco seria anche la scelta di chiudere le scuole e università fino al 15 marzo, solo per dare la sensazione di un provvedimento temporaneo che non turbasse troppo la popolazione (e allora perché mai pensare a congedi o bonus baby sitter nella prossima settimana?). Chin ha firmato quel provvedimento sa che dovrà prolungarlo e forse stringere ancora altri spazi di vita comune come sta accadendo di ora in ora. Era meglio farlo già fino a Pasqua che dovere fare venti volte lo stesso annuncio che rischia di dare l'idea di un paese in balìa del virus con un timoniere che non sa nemmeno che rotta prendere. Altri errori come quelli dei primi giorni. Per giunta inutili, perché se c'è un popolo che ha sempre dimostrato nella sua storia di sapere stringere i denti nei momenti difficili affrontandoli con serietà e generosità è proprio quello italiano. Sbufferà come è normale che sia all'inizio, ma poi capirà e cercherà di vivere nella nuova situazione. Il governo deve mostrarsi guida sicura, incurante di qualche borbottio o malumore che inevitabilmente nascerà, e in quel modo potrà rassicurare tutti per la forza delle sue decisioni. Ma se naviga a vista, di settimana in settimana attendendo l'eruzione del vulcano coronavirus, spargerà solo paura e sgomento e sfiducia in chi deve guidarlo.  

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