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Il suicidio a 5 stelle degli incendiari alleati coi pompieri

Un crollo inarrestabile

Andrea Amata
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La sberla che il popolo umbro ha sferrato al patto Dem-Cinque Stelle echeggia con severa intensità come un sibilo che fischierà per molto tempo nelle orecchie di Di Maio e Zingaretti. Non rimane loro niente altro che numerare le ferite, leccaresele, e guardare, con molta preoccupazione, ad un futuro ancora peggiore. Il centrodestra a trazione sovranista ha espugnato la roccaforte rossa per tradizione con un acuto elettorale che ha sancito un divario di 20 punti percentuali. Conte appare come un pugile suonato e rintronato dalla prorompente forza di un popolo che si è sentito deriso e sottovalutato dalla infelice comparazione dimensionale con province periferiche. Ma "Giuseppi" non è stato il solo responsabile del tonfo umbro che ha visto il Pd stipulare un accordo elettorale con il Movimento che ne ha propiziato il capitombolo con le denunce sulla gestione nel settore sanitario. Dallo scandalo sui concorsi pilotati sono scaturite le dimissioni della governatrice del Pd Catiuscia Marini e la conseguente, oscena e ambigua alleanza Pd-Cinque Stelle, per sperimentare a livello locale ciò che è vigente su dimensione nazionale, è stata bocciata senza appello dagli elettori. La proporzione della sconfitta è talmente imponente che il tracollo delle forze di governo non può essere declassato come test locale ed esente da implicazioni politiche nazionali. La macchina di governo, sottoposta a revisione elettorale per il collaudo, è stata invalidata per mancanza dei requisiti di democraticità. Dalle consultazioni umbre è stata, altresì, rigettata la manovra economica del governo che risulta egemonizzata dalla cultura grillina tutta manette e fisco. Prenderne atto per il Pd e il Movimento potrebbe essere il primo segnale di responsabilità da cui tentare di riorganizzarsi. L'ostinazione a prorogare un'esperienza fallimentare ed estranea all'umore degli italiani è puro autolesionismo, piacere sadico verso il dissenso che è destinato a prosperare. I Cinque Stelle sono programmati per l'indignazione, non per governare, ma quando corrompi la tua essenza per coabitare con il tuo bersaglio, in una formula di governo abusiva, smetti di essere freccetta e diventi l'anello aggiuntivo del bersaglio, autoinfliggendoti trafitture. I grillini nascono come forza trasversale e se si stabilizza in un'alleanza strategica la conseguenza è destrutturarsi, soprattutto se ti associ ad un partito che hai sempre delegittimato dal tuo messaggio di posizionamento politico. L'Umbria conferma la tendenza del voto volatile, considerando che la mappatura "rossa" della regione si è erosa in favore della Lega e Fratelli d'Italia che valgono il 47,4% (52,9% aggiungendo anche Forza Italia) contro il 30% di Pd e Movimento 5 Stelle. Dunque, di rosso rimane solo la vergogna di un'alleanza che il 26 gennaio in Emilia Romagna rischia un'ulteriore decimazione. A quel punto il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, in assenza di spontanee dimissioni di Conte, dovrà intervenire per restituire la parola ai cittadini la cui voce non può continuare ad essere sedata dalle oligarchie parlamentari.

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