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Pd a pezzi pure sulle firme contro Salvini

Due petizioni diverse per far dimettere il ministro dell'Interno. Comincia Renzi, poi Zingaretti lo copia. Ormai il partito è spaccato su tutto

Nadia Pietrafitta
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Un ministro dell'Interno da sfiduciare, un partito che ne chiede le dimissioni, due raccolte firme per farlo. Benvenuti nel favoloso mondo del Pd, partito bifronte per antonomasia. Il tutto avviene nel giro di poche ore: Matteo Renzi, giovedì sera, lancia una raccolta firme sul sito dei comitati «Azione civile - Ritorno al futuro». Nicola Zingaretti, in un'intervista pubblicata ieri, annuncia che i dem faranno sottoscrivere la richiesta di dimissioni a Matteo Salvini ai banchetti delle feste dell'unità, in corso in tutta Italia. La mozione di sfiducia nei confronti di Matteo Salvini dopo il caso Russia aveva già diviso i dem, con Renzi, Boschi e le loro truppe in Parlamento che premevano per una richiesta immediata e Zingaretti e i suoi che, invece, hanno deciso di aspettare l'informativa di Giuseppe Conte in Senato lo scorso 24 luglio, affinché il premier «smentisse» il suo vice, «gli desse del bugiardo ed emergessero tutte le contraddizioni che sono poi emerse». Diversamente, argomenta il leader dem, la vicenda «si sarebbe chiusa in 48 ore senza mettere in difficoltà la maggioranza gialloverde». Strategie diverse, quindi. Adesso, complice anche il voto contrario di Lega, M5S, Forza Italia e FdI in conferenza dei capigruppo per la calendarizzazione d'urgenza alla Camera, la mozione di sfiducia al vicepremier del Carroccio si voterà solo il prossimo 12 settembre. Il primo a sbottare è... SE VUOI CONTINUARE A LEGGERE CLICCA QUI

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