Cerca
Logo
Cerca
Edicola digitale
+

Diciotti e il quesito farsa del voto M5S. Salvini: "Facciano quello che vogliono"

Matteo Salvini

Il voto sul processo al ministro: chi è favorevole al processo dovrà barrare il no, e viceversa

Silvia Sfregola
  • a
  • a
  • a

Basta un sì per dire no all'autorizzazione a procedere contro Salvini. Il risultato però non è così scontato. Il sacro blog lancia la consultazione online sul caso Diciotti (l'imbarcazione della guardia Costiera bloccata nel mare di Catania lo scorso agosto) e chiede agli iscritti quale posizione i senatori del Movimento 5Stelle devono avere in merito all'accusa, avanzata contro il titolare dell'Interno dal Tribunale dei ministri. «Il ritardo dello sbarco della nave Diciotti, per redistribuire i migranti nei vari paesi europei, è avvenuto per la tutela di un interesse dello Stato?» si chiede, con tanto di spiegazione: «Sì, quindi si nega l'autorizzazione a procedere; No, quindi si concede l'autorizzazione a procedere». I militanti però non rispondono positivamente.  Dure le critiche in calce del post, i commenti sono impietosi: la linea che prevale a poche ore dalla pubblicazione è invece l'ok all'autorizzazione a procedere. È sale, quindi, la «preoccupazione» ai piani alti del Movimento. Se il voto on-line dovesse condannare il vicepremier al processo, confidano fonti pentastellati «la crisi di governo potrebbe essere alle porte». È evidente che a vincere, leggendo la domanda, è la linea del ministro-avvocato Giulia Bongiorno che dalle fila della Lega, non solo ha indicato la strada, ma anche inculcato una buona dose di timore nel governo giallo-verde nel caso in cui i membri dell'esecutivo (e a questo punto sarebbero coinvolti anche Conte, Di Maio e Toninelli) andassero a processo. Salvare Salvini metterebbe una grossa ipoteca anche su un eventuale richiesta a procedere per il premier e i due ministri. Le urne si apriranno lunedì sulla piattaforma Rousseau dalle 10 alle 19, e i pentastellati, per la prima volta nella storia, si spaccano proprio sul voto on-line. È un cinguettio di Beppe Grillo a dare la dimensione delle ostilità, sia su metodo che sul merito, quando in modo sarcastico attacca: «Se voti Sì vuol dire No Se voti No vuol dire Sì. Siamo tra il comma 22 e la sindrome di Procuste!». Il comico genovese e garante del Movimento cita infatti il romanzo "Catch 22" di Joseph Heller in cui la facoltà di scegliere è solo apparente, mentre quando si riferisce alla sindrome parla evidentemente della frustrazione di chi disprezza gli individui, che hanno maggiori capacità e talento. Sottile quanto tagliente, Grillo è solo una delle voci che attaccano la consultazione. Il travaglio interno del Movimento sul caso Diciotti è ben lontano da essere risolto, anzi, il voto degli iscritti sembra averlo peggiorato. Si preannuncia quindi infuocata l'assemblea convocata per lunedì sera, dopo il risultato della consultazione, e Di Maio, molto probabilmente, si troverà sotto l'attacco anche del fuoco amico, assicurano. Chi non sembra essere scalfito dal dibattito interno ai 5 Stelle è invece Matteo Salvini: «Dormo tranquillo perché penso, anzi sono convinto di aver difeso il bene, la sicurezza e i confini del mio Paese». Sulla consultazione: «Ognuno voti secondo coscienza. Non voglio influire o insegnare niente a nessuno, che il Movimento 5 Stelle faccia quello che vuole». E sul futuro del governo non ha dubbi: «Andrà avanti a prescindere da quello che si deciderà su Salvini. Non sono così importante da determinare le sorti del Paese». 

Dai blog