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Manovra, Salvini esulta e Di Maio pubblica test vero-falso

Il leghista: "Per me merita un 7". Il Pd protesta davanti Montecitorio il 29 dicembre. Anche Cgil-Cisl-Uil sul piede di guerra: "Legge recessiva"

Silvia Sfregola
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La legge di Bilancio, che secondo il vicepremier Matteo Salvini ha mostrato che "finalmente c'é un governo con le palle", ha avuto luce verde dal Senato e passerà a breve alla Camera. I sindacati si preparano a con una mobilitazione generale nei primi giorni dell'anno prossimo. Cgil, Cisl, e Uil, unitariamente, bollano la manovra come "sbagliata, miope, recessiva". Le tre sigle sigle, trovando sponda nel Partito democratico, si dicono pronte a scendere in piazza in gennaio, probabilmente il 12. Nicola Zingaretti, presidente della Regione Lazio e frontrunner nella corsa alla segreteria dem, chiama a raccolta "l'Italia migliore", invitandola a preparare "una strada nuova per un Paese vicino alle persone e contro l'arroganza di questi nuovi potenti". Con gli altri candidati alla guida del Pd si potrebbe organizzare a gennaio, in piazza, "una giornata straordinaria di mobilitazione". "Mobilitiamoci!", si legge sull'account Twitter del segretario uscente Maurizio Martina, che assieme al presidente del Pd, Matteo Orfini convoca una "prova generale" della mobilitazione già il 29 dicembre, quando la manovra avrà il via libera finale, in terza lettura, alla Camera. Roberto Giachetti, deputato e candidato alla segreteria del Pd, rilancia poi l'idea del ricorso alla Corte Costituzionale contro la procedura che ha portato all'approvazione della legge in Senato, aggiungendo che servirebbe anche un incontro con il capo dello Stato. Il ricorso alla Consulta, secondo i 5 Stelle, è fumo negli occhi. Il capogruppo pentastellato a Palazzo Madama, Stefano Patuanelli, "non sa cosa dice se sostiene che un senatore o un gruppo parlamentare possa ricorrere direttamente alla Consulta e sollevare un conflitto di attribuzioni". Il leader politico M5S Luigi Di Maio, da parte sua, denuncia "un po' troppe balle di Natale sulla manovra del popolo". Per arginarle, prepara un foglio con un test per decidere cosa è vero e falso. Nella lista diffusa sui social, che ricalca le "cose fatte" che avevano suscitato ironie sui social e polemiche, l'aumento dell'Iva viene bollato come falso, così come il taglio delle pensioni normali e la riduzione degli investimenti. La riduzione della platea per il reddito di cittadinanza e il blocco vengono egualmente liquidate come fake news. Ovviamente anche l'altro vicepremier, Matteo Salvini, promuove la manovra. Non con il massimo dei voti ma con un sette, "perché è solo l'inizio del percorso". Il Governo non ha fatto tutto per tutti, ma nel documento approvato in Senato c'è la vita di tutti i giorni: "Non siamo geni, non abbiamo fatto miracoli, ma siamo persone coerenti e di parola", spiega da Milano. Se alle elezioni europee "vince il cambiamento" la prossima manovra sarà "solo italiana, senza chiedere il permesso a nessuno", assicura Salvini. Il vicepremier respinge le critiche secondo cui la legge stata dettata dall'Europa, ricorda la battaglia fatta con Bruxelles e assicura che la legge Fornero sarà smontata "pezzo per pezzo". Le pensioni sopra i 1.500 euro "verranno aumentate perdendo un euro: mi spiace per quell'euro, vedremo di recuperarlo". Infine la difesa d'ufficio del collega vicepremier Luigi Di Maio. "Dire che abbiamo fatto la manovra per aiutare suo papà mi sembra un po' eccessivo".

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