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Manovra, Salvini tira dritto: "Ci bocciano? Noi andiamo avanti"

Di Maio più cauto: pronti al dialogo. Il premier Conte: Tria resterà fino al 2023

Valerio Maccari
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Dopo lo sforamento, si apre il fronte dello scontro con l'Europa. All'indomani del varo della nota al DEF che prevede un rapporto deficit/pil per il 2019 al 2,4%, ampiamente al di sopra dell'1,6-1,7% indicato dalla Ue, il commissario Ue agli Affari Economici europei Pierre Moscovici mette in guardia l'Italia. "Le sanzioni sono possibili, ma non sono nel mio spirito", dichiara in un'intervista. "Voglio continuare il dialogo con le autorità italiane: non abbiamo alcun interesse ad aprire una crisi tra l'Italia e la Commissione, ma non abbiamo neanche interesse a che l'Italia non riduca il suo debito pubblico, che rimane esplosivo. Gli italiani non devono sbagliarsi: ogni euro in più per il debito è un euro in meno per i servizi”. Considerazioni rispedite al mittente dal Vice Premier e Ministro dell'Interno Matteo Salvini. "La Ue boccia la Manovra? Noi andiamo avanti". Più cauto invece l'altro Vice Premier, il ministro per il Lavoro e lo Sviluppo Economico Luigi Di Maio. "Adesso parte l'interlocuzione con l'Ue e con i grandi investitori privati e non abbiamo intenzione di andare allo scontro", dichiara sottolineando di non temere troppo la risposta dei mercati, nonostante lo spread schizzato a 280 punti e il calo registrato a Piazza Affari. "Non sono preoccupato perché nei prossimi giorni vogliamo incontrare tutti i soggetti pubblici e privati che rappresentano la realtà del mercato e ribadire che nel 2,4% ci sono 15 miliardi di investimenti pubblici, il più grande piano di investimenti mai fatto in Italia". Una posizione ribadita oggi pomeriggio dal Presidente del Consiglio Giuseppe Conte. "Lo spread in crescita non fa piacere, ma scenderà quando spiegheremo ai mercati nei dettagli la nostra Manovra", ha detto assicurando che "il debito scenderà con la crescita". Il premier chiude anche il caso del presunto intervento del Presidente della Repubblica per trattenere il ministro dell'Economia Giovanni Tria, contrario a portare il deficit troppo oltre i parametri europei e che per questo sarebbe stato intenzionato a dare le dimissioni dopo il varo della Nota di aggiornamento del DEF. Con Tria, sottolinea Conte, "abbiamo avuto un atteggiamento serio e responsabile, c'è stata una interlocuzione seria, un dialogo franco, serrato e aperto. Ho letto sui giornali oggi  che ieri aveva offerto le sue dimissioni, mi sono incuriosito e stamattina l'ho chiamato: ha negato assolutamente che ci sia stata questa prospettiva. Il ministro Tria rimarrà come il governo fino al 2023". Il verdetto dell'Europa, comunque, arriverà non prima di un mese: un portavoce della Commissione Ue ha fatto sapere che i documenti programmatici di bilancio per il 2019 saranno valutati nelle settimane "successive alla loro presentazione, che deve avvenire entro il 15 ottobre, e prima della fine di novembre".

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