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Euro, immigrati, vaccini e Olimpiadi: le giravolte del "premier" Di Maio

La coerenza del grillino che cambia idea ben 74 volte

Pietro De Leo e Antonio Rapisarda
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La coerenza in politica è un optional. Ma Luigi Di Maio, nella smania di issarsi a Palazzo Chigi a dispetto dei voti mancanti in Parlamento, adesso sta davvero esagerando. Un giorno apre alla Lega, quello successivo si appella al Partito Democratico. E poco importa che prima delle elezioni le alleanze con gli altri partiti fossero considerate degli inciuci inaccettabili e ora, invece, con un pregevole artificio linguistico, siano state trasformate in assai più accettabili«contratti di governo al latedesca». D'altronde, chi ha seguito la parabola politica di Luigi Di Maio fin dagli esordi sa bene che il deputato di Pomigliano è abituato a cambiare idea su qualsiasi argomento ben più spesso di quanto cambia le amatissime cravatte. Qualcuno ricorda, ad esempio, la condanna della candidatura di Roma alle Olimpiadi del 2024? Le nobili ragioni - «i problemi delle persone sono altri» - sono immediatamente scomparse... SE VUOI CONTINUARE A LEGGERE CLICCA QUI

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