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La borsa fa il botto. Record di rialzo per Milano nel 2012: +6,59%

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L'accordoraggiunto a Bruxelles tra i capi di stato e di governo dell'Unione Europea mette le ali alle borse dell'Eurozona. Con quella milanese che fa letteralmente il botto: +6,59% per il listino dei titoli principali. Un risultato che si segnala al primo posto del 2012 e al dodicesimo della classifica di sempre. Ma i tappi di champagne per festeggiare la messa a punto di un primo tassello fondamentale per far uscire l'euro dalla crisi che lo attanaglia da oltre un anno sono volati anche nelle altre piazze d'affari d'Europa. Madrid ha segnato a fine giornata un +5,66% seguita da Parigi con +4,75% e da Francoforte +4,33%. Un po' più staccata Londra dove l'indice Ftse si è fermato a +1,42%. La compressione degli spread, determinato dall'abbassamento del rischio Italia ma anche dal contemporaneo riequilibrio del tasso di interesse tedesco sui Bund, ha spinto a razzo i bancari italiani. Così è stata Unicredit a guidare la volata degli istituti di credito con un balzo del 14,26%. Seguono a ruota Intesa e Banco Popolare (+11,58% e +11,31% rispettivamente) e la Bper (+10,45%). In sostanza i leader europei riuniti a Bruxelles nella notte tra giovedì e venerdì hanno trovato una intesa per creare un organo di vigilanza sul settore bancario europeo e sulla possibilità che il fondo «Salva stati»possa intervenire direttamente a ricapitalizzare le banche. I paesi inoltre che rispetteranno i parametri fissati sul debito potranno attingere ai fondi Esm per acquistare titoli di stato a tassi più favorevoli. Un concorso di azioni che ha rasserenato fondi e Sim tornate a comprare titoli del settore del credito dai quali, almeno per ora, il rischio fallimento paventato finora. Da segnalare anche una rilevante novità che è arrivata dal summit concluso ieri. E cioè che a prescindere dalla concretezza del risultato per ora lo stile della comunicazione è cambiato e ha rispettato i canoni della sobrietà. Le dichiarazioni sono state molto asciutte, prive di ogni riferimento che desse segni di debolezza e di incertezza tra i decisori. Insomma nessuna dichiarazione catastrofista sul destino dell'euro ha messo in fibrillazione i mercati. Un fatto da non sottovalutare e che finora i ministri e i capi di governo, nelle decine di vertici che si sono susseguiti, non hanno mai rispettato, con la conseguenza che le percezioni di chi deve comprare titoli erano sempre orientate al pessimismo. Ora la musica è cambiata. Si spera che la direttrice del Fondo Monetario Internazionale o qualche improvvido ministro dell'Unione europea tengano la bocca ermeticamente chiusa per non buttare a mare la serenità riconquistata. Anche questo ha contribuito a buttare giù gli spread. Quello tra Btp e Bund ha archiviato la settimana in forte calo a 421,5 punti base dai 465,8 di giovedì, mentre il rendimento del decennale italiano è sceso al 5,79%. In netta discesa anche il differenziale della Spagna a 467 punti base da 534, col tasso sui bonos al 6,25%. Il clima di euforia ha fatto bene anche ad altri titoli non finanziari Ad esempio Atlantia che è salita dell'8,41% dopo l'esecuzione degli accordi per rilevare le quote di Autostrade Sudamerica. Il gruppo ha finalizzato l'intesa di febbraio acquistando il 45,7% di Asa in mano a Sias e l'8,5% in mano a Mediobanca per un controvalore complessivo di 670 milioni e salendo così al 100%. Sottotono, rispetto al rally di giornata, il +2% di Impregilo penalizzata dall'incertezza sull'esito dell'assemblea del 12 luglio che vedrà contrapposti Igli ( del gruppo Gavio) e la famiglia Salini per il controllo del gruppo delle costruzioni italiano.

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