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di Gianfranco Giubilo Tre minuti appena, perché svanisse, nel cielo di Danzica, il grande sogno azzurro, breve l'intervallo tra la splendida esecuzione di Totò Di Natale, e la magia di Silva a spalancare l'area a Fabregas.

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LaSpagna senza punte, Torres in campo dopo oltre un'ora, il tempo per mangiarsi due gol, non è riuscita a imporre il suo proverbiale possesso di palla. L'Italia ha offerto repliche valide, qualche imprecisione nell'ultimo passaggio, ma insospettabile autorità, nonostante Pirlo stentasse a ritagliarsi i suoi spazi abituali, si sarebbe riscattato con l'assist per Di Natale, che aveva sostituito un Balotelli troppo agitato. Una bella partita, con due protagonisti da poster gigante: da parte azzurra Daniele De Rossi, chiusure e impostazioni perfette per tempismo ed eleganza, in maglia rossa il magico Iniesta, che ha anche sfiorato un gol da cineteca. Ma se per merito dei tre centrali la fase difensiva è risultata di grande efficacia, qualche pausa ha avvertito il centrocampo, soprattutto per la desuetudine al ruolo da parte di Giaccherini, che contro Jesùs Navas ha vissuto un finale da incubo. Un pareggio prezioso, contro i più forti del mondo, che testimonia ancora una volta come l'Italia del calcio riesca puntualmente a trovare nei momenti più critici, nelle avversità che si susseguono crudelmente, un senso di appartenenza che le consente di esprimersi al meglio, anche quando le facili previsioni sembrano condannarla. Una risposta esemplare anche al messaggio di fiducia, e di speranza, che Giorgio Napolitano aveva lanciato alla squadra, con la sua presenza sulla tribuna d'onore dello stadio di Danzica. Cesare Prandelli non ha sbagliato nulla, rimediando con aggiustamenti intelligenti alle defezioni che avevano mutilato il reparto difensivo, ma leggendo lucidamente anche i problemi da correggere con opportuni cambi. Adesso sarà importante non smarrire gli effetti di questo abbrivio confortante, che sembra quasi una garanzia di qualificazione alla fase ad eliminazione diretta, dovrà rimanere alto il morale, soprattutto non deve affievolirsi quella serenità che ci ha consentito un esordio europeo superiore alle aspettative. E magari ritrovare un Balotelli meno svagato e più attento ai comportamenti, altre ingenuità potrebbero rivelarsi esiziali.

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