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Caccia ai responsabili del «buco» di due miliardi alla JpMorgan

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L'obiettivoera quello di mettere al riparo JpMorgan dalla crisi del debito europeo e dalle turbolenze sui mercati del Vecchio Continente. Il risultato sono stati i 2 miliardi di dollari di perdite sui prodotti derivati sintetici. Perdite che - riporta il Wall Street Journal - sono arrivate, fra la fine di aprile e i primi di maggio, anche nell'ordine di 200 milioni di dollari al giorno. Il caso JpMorgan continua a far discutere sia all'esterno sia all'interno della banca, dove qualche testa probabilmente cadrà. In lista ci sono Ina Drew, numero uno degli investimenti della banca, Bruno Michel Iklis, il trader che si è guadagnato i soprannomi «Balena di Londra» o «Voldermort» (il cattivo di Harry Potter e che si vantava anche di «poter camminare sull'acqua»), e Achilles Macris, il capo di Iklis. La forte esposizione della banca tramite la «balena di Londra» era sotto osservazione da diverso tempo ma JpMorgan aveva riferito alle autorità di non essere - mette in evidenza il New York Times - molto preoccupata al riguardo. Ma agli inizi di maggio, almeno per i dipendenti del gruppo, era evidente che la situazione stesse peggiorando. Una squadra di esperti del rischio della banca, o Navy Seals come sono stati chiamati (il riferimento è al corpo speciale che ha ucciso Osama Bin Laden), ha iniziato a incontrarsi due volte al giorno, alle 8 del mattino e alle 16. E a molti incontri era presente anche l'amministratore delegato Jamie Dimon. Le maxi-perdite accusate da quella che è stata la banca a navigare in modo migliore attraverso la crisi mostrano, secondo alcuni osservatori, come Wall Street dal 2008 non ha imparato molto ed è subito tornata «alle vecchie abitudini». Altri mettono in evidenza come anche le banche meglio gestite non siano «infallibili». Per altri ancora servono a mettere in guardia gli altri istituti di credito: le banche, guidate dai profitti, sono molto spesso lente nel riconoscere l'ammontare delle perdite e JpMorgan può essere un campanello d'allarme per le altre. E riportano alla ribalta il dibattito sulle regole e sul ruolo delle autorità che, anche questa volta, non si sono accorte di quanto stava accadendo e si sono fidate della banca. La Sec e la Fed, a differenza del passato, hanno reagito rapidamente, annunciando indagini. Immediata la reazione del mercato, che ha punito il titolo facendogli perdere il 9,3%, e delle agenzie di rating, con Fitch che ha rivisto al ribasso la propria valutazione e Standard & Poor's che ha peggiorato le prospettive a negative. Il caso riapre anche il confronto sulle norme e sulla distinzione fra proprietary trading e operazioni di copertura, una dicotomia che la Volcker Rule in via di approvazione non riesce a sciogliere.

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