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"Senza riforme danni gravi"

Il premier Mario Monti

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La manovra sarà presentata lunedì in Consiglio dei ministri e conterrà anche riforme strutturali che serviranno a ridurre il disavanzo anche a breve. L'obiettivo del pareggio di bilancio nel 2013 sarà rispettato. All'Ecofin il premier Mario Monti è stato molto chiaro nell'indicare la road map del governo sul fronte delle misure anticrisi. Ma il suo non è stato affatto il discorso del presidente del Consiglio di un Paese sotto scacco. Ha rivendicato all'Italia il ruolo di Paese fondatore dell'Euro. «Agiremo per vedere l'Italia in modo più possibile incisivo nel dibattito in sede Ue. È importante per l'Italia stare accanto a Germania e Francia, essendo la terza economia nella zona euro, ma lo vogliamo fare mantenendo il più fecondo rapporto possibile con la Ue, con il metodo comunitario». Il premier ha sottolineato che in Europa è stata «percepita la credibilità del governo». Non solo. Monti ha fatto un richiamo all'orgoglio europeista. «L'Unione europea non ha bisogno di essere imbrattata da politici nazionali che spostano la responsabilità ad altri. L'Europa può fare errori e se lo farà lo faremo presente. Deve curare gli interessi di lungo periodo dei singoli stati membri». Come dire che gli interessi nazionalistici non devono prevalere sullo spirito unitario europeo. Il capo del governo ha mandato un messaggio anche all'indirizzo degli Stati Uniti e a quel Fondo Monetario che secondo voci di mercato sarebbe pronto a intervenire in aiuto dell'Italia. «Non è stato preso in considerazione un aiuto del Fmi». In mattinata Monti ha incontrato il nuovo direttore per l'Europa all'Fmi Reza Moghadam per definire le modalità per il monitoraggio già stabilito per l'Italia al vertice di Cannes. «Questo avrà luogo dopo il 5 o il 9 - ha chiarito ancora - quando avremo deciso le misure per l'Italia e ci sarà stato il Consiglio europeo». Monitoraggio che non significa richiesta di aiuti straordinari. Il premier ha quindi insistito sulla «cura» anticrisi che il governo si appresta a varare. Ha annunciato che a differenza di Sarkozy e Merkel che oggi e domani pronunceranno dei discorsi sul futuro dell'Europa, «io parlerò con le misure che adotteremo il 5 dicembre». Queste hanno tre obiettivi: rigore, crescita e equità sociale. «La maggiore innovazione - ha sottolineato - dovrà consistere in una politica per la crescita. Non che il rigore sia di minore importanza, ma su questo il precedente governo ha fatto passi significativi». La manovra sarà quindi una implementazione di quanto stabilito da Berlusconi. Lo «snodo dell'8-9 dicembre (Eurosummit e Consiglio europeo) sarà fondamentale. Ciò che sarà deciso o non deciso avrà il verdetto dei mercati. Mercati che non ho mai demonizzato - precisa Monti - anche se non vanno presi come divinità». Non ci saranno battute d'arresto nel varo delle misure. «Agiremo rapidamente, e in tempi ristretti avremo delle consultazioni - ha assicurato il premier - ma farò appello al fatto che siamo in situazione straordinariamente delicata, e certi passaggi, certe ritualità che sarebbero gradite a tutti forse non sarebbero a vantaggio del Paese e dei cittadini». In sostanza il presidente del Consiglio conta di superare le sabbie mobili del Parlamento facendo appello al senso di «responsabilità e di urgenza, altrimenti le conseguenze sarebbero gravi per tutti». Poi una battuta: «Un record di velocità non di lentezza, non è che se uno si taglia i capelli vuol dire che è in ritardo...Una manovra finanziaria in genere richiedeva 5-6 settimane». La stretta è inevitabile. «Se l'Italia manca questo passaggio o non fa quel che ci si attende le conseguenze sarebbero molto gravi» ammonisce Monti. Ma se sul recupero di credibilità molti passi sono stati fatti (Monti ha confermato che l'Europa «ha apprezzato la rinnovata credibilità dell'Italia»), nulla è stato deciso per i temi nevralgici degli Eurobond e del ruolo della Bce come prestatore in ultima istanza. Monti ha rilevato che in termini generali che «la praticabilità di eventuali interventi da parte di istituzioni» dell'Unione europea e monetaria «dipende anche dal progresso che chi le presiede vede sugli avanzamenti istituzionali e sui passi in avanti nelle politiche di bilancio». Nessuna preoccupazione sulle nuove regole di controllo dei bilanci nazionali. «L'Italia può vivere benissimo in una Europa in cui ci sono le sanzioni automatiche contro i paesi che non rispettano i vincoli europei di bilancio». Il viceministro al'Economia, Vittorio Grilli, presente all'Ecofin con Monti, ha sottolineato che «gli eventuali effetti negativi su una minore crescita dovuti al peggioramento del ciclo economico sono l'unico dubbio espresso dalla commissione e, quindi, noi dobbiamo essere sicuri che si possa avere i risultati attesi». In serata è emerso dalla conferenza dei capigruppo di Palazzo Madama che Monti riferirà in Aula al Senato sulle norme anticrisi in una data ancora da stabilirsi. E comunque prima del varo di lunedì ci saranno le consultazioni delle parti sociali in tempi molto rapidi.

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