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In Italia cambia tutto ...e io faccio l'arbitro

La conduttrice di

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«Di parte? Ma no, di parte no. Ho fatto politica, ma ora faccio la giornalista e non sono schierata. Un giornalista deve essere il cane da guardia dei cittadini e non il barboncino dei politici». È agguerrita (come sempre) Lilli Gruber che da lunedì 12 torna a condurre per la quarta volta «Otto e Mezzo» il talk show dell'access prime time («lo chiamano così», precisa la conduttrice che forse preferirebbe un termine in italiano) di La7. La formula è rimasta sostanzialmente invariata: il faccia a faccia della giornalista con l'ospite della serata, seguito dall'editoriale di Paolo Pagliaro. Lilli non ha paura di sfidare i «mostri» dell'access prime time (continuano a chiamarlo così), come «Striscia», pacchi e giochi vari. C'è la crisi, il Paese cambia e la gente desidera sempre di più essere informata. «Si avverte il bisogno sempre più urgente di creare una nuova classe dirigente in entrambi gli schieramenti politici - spiega la Gruber - Noi di Otto e Mezzo cercheremo di dare il nostro contributo, continuando ad avere ospiti che abbiano qualcosa da dire e, quando sarà possibile, dando spazio ai nuovi volti della politica». Lilli Gruber, chi è il suo pubblico? «Un pubblico in aumento. Soprattutto del Centro e del Centro-nord. Abbiamo dei dati: il ceto è medio-alto, con una fortissima concentrazione di laureati. C'è anche una forte presenza femminile e di giovani ascoltatori». Ma gli ospiti come li sceglie? «In base alla stretta attualità, alla politica. Cerco anche di avere un'adeguata presenza femminile. Trovo che le competenze femminili siano mortificate. Nella società, nell'economia, nei processi produttivi, nella cultura la presenza femminile è fortissima, ma decisamente sottorappresentata». Lei ha fatto politica in maniera attiva. Non pensa di essere inevitabilmente di parte? «No, di parte no. Sono stata europarlamentare, è un modo alto di fare politica. Comunque non sono mai stata iscritta e non ho una storia di militante. Ora faccio la giornalista, e non quel tipo di giornalista che recita il ruolo di una di parte. Cerco di essere equidistante, il mio ruolo è quello dell'arbitro. Sono dalla parte dei cittadini. Questo è il giornalismo in cui credo». Il primo ospite della trasmissione? «Giuliano Amato. Perché è un po' che non si fa vedere, perché si è parlato di lui come presidente del Consiglio di un eventuale governo di transizione e perché è stato lui il primo, ormai un bel po' di tempo fa, a proporre una patrimoniale ed è stato sbeffeggiato. Oggi da tutto il mondo ci chiedono di fare una patrimoniale». Qualcuno dei suoi ospiti l'ha mai implorata di essere invitato? «Ma sì, accade spesso». Che ne pensa? «È segno che la trasmissione va bene».

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