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"Non sarò vittima del fango"

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Il ministro dell'Economia, Giulio Tremonti

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Tremonti lanciò un altolà al premier parlando di manovra. I contrasti nell'impostare la legge per pareggiare il bilancio portarono il Ministro in collisione con il Cav. «Manifestai la mia refrattarietà ad essere oggetto di campagne stampa tipo quella Boffo (calunnie e maldicenze per costringere a far fare marcia indietro al direttore dell'Avvenire). Risponde così il responsabile dell'Economia ai pm di Napoli che lo hanno ascoltato come testimone lo scorso 17 giugno nell'ambito dell'inchiesta sulla presunta organizzazione segreta P4. Sempre ai magistrati campani il capo del dicastero ha respinto di aver mai raccomandato qualcuno, come il caso del direttore del Poligrafico. «Premesso che conosco come molti Luigi Bisignani, escludo che Bisignani mi abbia potuto segnalare la nomina di Mazzei al Poligrafico - ha detto il Ministro ai pm - la nomina di Mazzei al Poligrafico ha seguito i normali canali, almeno per quanto mi risulta, è passata a votazione all'assemblea dei soci del Poligrafico, assemblea nella quale il ministero dell'Economia è rappresentato da un funzionario». Tremonti ai pubblici ministeri ha inoltre parlato del suo rapporto con la Guardia di Finanza, sottolineando anche quali dovevano essere i comportamenti da seguire. «Mi sono permesso qualche tempo dopo la nomina del primo comandante generale appartenente al corpo, avendo verificato o avendo avuto voce di un certo attivismo relazionale di alcuni generali in servizio a Roma, di suggerire al Comandante Generale di dare alcune direttive nel senso di avere un tipo di vita più sobria. Possiamo dire che gli dissi: "meno salotti, meno palazzi, consegne in caserma"». Intanto la procura di Napoli ha depositato una richiesta alla Camera dei deputati per compiere altri «approfondimenti investigativi» sul deputato Pdl Marco Milanese. Una richiesta arrivata dopo che la Digos ha perquisito la sede della società EdilArs, che ha ristrutturato l'appartamento di circa 200 metri quadri affittato da Milanese nel centro di Roma per 8.500 euro al mese, e in cui è stato ospitato il ministro Tremonti. I lavori di ristrutturazione dell'appartamento, affidati e poi realizzati tra il 2008 e il 2009, secondo il preventivo mostrato agli inquirenti, costarono circa 200 mila euro. La società era già entrata nel mirino non degli investigatori ma del direttore dell'Agenzia delle Entrate, Attilio Befera. Secondo un articolo apparso su ItaliaOggi del 30 marzo scorso, Befera avrebbe, nel corso di cda della società che gestisce l'anagrafe tributaria chiesto lumi su alcuni appalti per ristrutturazioni attribuiti dalla Sogei alla Edil Ars nel 2010. Lavori che ammonterebbero a oltre 10 milioni di euro. Ora, le perplessità e i chiarimenti chiesti da Befera erano legati alle verifiche che già nel 2010, sullo stesso punto, erano state condotte dalla Guardia di finanza. L'obiettivo era quello di capire se le assegnazioni fossero avvenute nel rispetto delle normative, anche comunitarie, sulle gare d'appalto. I primi riscontri hanno indotto la procura di Roma ad aprire un fascicolo, proprio per capire se ci fosse un canale «privilegiato» che da Sogei portava alla Edil Ars, spesso e volentieri beneficiaria delle commesse. Al ministro, i pm Curcio e Woodcock hanno anche chiesto se sapeva qualcosa di presunte «cordate contrapposte» di alti ufficiali nella Finanza. «Tutto sommato, a distanza di qualche tempo - dice il Ministro - mi vado sempre più convincendo del fatto che la rimozione dell'impedimento di legge a che gli alti ufficiali della Finanza potessero ricoprire l'incarico di comandante generale è stata per un verso positiva, poiché al vertice del Corpo viene nominata persona che conosce le problematiche, ma ha portato anche conseguenze negative, nel senso che si sono creati meccanismi di competizione tra possibili candidati».

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