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"Basta contrasti ma ora voglio garanzie"

La presidente della Regione Lazio Renata Polverini

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Presidente Polverini, ha fatto pace con il Pdl?  «Ieri ho incontrato i vertici nazionali e regionali e abbiamo preso degli impegni, ho voluto delle garanzie». Ha dettato le sue condizioni? «Ho detto che dobbiamo evitare i passaggi dei consiglieri da un partito all'altro e impegnarci per far ripartire la macchina amministrativa del Lazio». Dunque si cambia passo... «Dobbiamo modificare atteggiamento e tornare a parlare di politica, smetterla di farci inseguire da chi semina soltanto malcontento e invece premiare chi si dà da fare». Vi rivedrete con Cicchitto, Gasparri e gli altri? «Sì, domani (oggi). Spero che ci aiuti anche Berlusconi». Ma lei ha temuto un «trappolone»? Cioè che il Pdl, o qualcuno del Pdl, riuscisse a sfilare dalla sua lista civica sei o sette consiglieri? «Non ho mai temuto che fosse una manovra di tutto il Pdl. Ma qualcuno voleva indebolirmi due ore prima dei comizi di chiusura delle Amministrative. Inaccettabile». Qualcuno chi? «Non faccio nomi». Forse qualcuno che non ha preso bene che lei presentasse alle elezioni la sua lista, Città Nuove, contrapposta al Pdl... «La mia scelta è stata in buona fede. Città Nuove è scesa in campo perché mi è stato chiesto e se non ci avessi pensato io avremmo rischiato di perdere Latina. Poi la lista ha preso il 10 per cento: da lì sono nati i problemi. Del resto ha intercettato voti che i partiti tradizionali, anche quelli di sinistra, non avrebbero preso. Dopo il risultato sono andata da Berlusconi e gli ho spiegato tutto, confermando, ovviamente, la mia lealtà». Quindi è falsa l'immagine che molti danno di lei, di una governatrice che non sente nessuno e maltratta i partiti. «Ho fatto la sindacalista per 27 anni, il mio mestiere è sempre stato quello di mediare. Purtroppo tanti non vogliono capire che da presidente della Regione ho enormi responsabilità e che dunque, almeno su alcune questioni, devo impormi».  Però ci sono alcuni suoi colleghi piuttosto critici. L'ex governatore Storace ha definito «offensivo» il suo modo di agire... «Storace mi ha bucato almeno tre appuntamenti, dovrei essere io offesa». Invece con il sindaco di Roma Alemanno le cose sono cambiate. All'inizio della legislatura ci sono state molte tensioni, adesso invece andate d'amore e d'accordo. Cosa è successo? «Abbiamo preso le misure e non abbiamo più contrasti anche se per i nostri ruoli spesso i rapporti sono spinti al limite: ognuno tutela gli interessi che rappresenta. Ma devo dire che Alemanno ha fatto una scelta coraggiosa nel sostenere a Terracina un candidato diverso da quello del Pdl. Del resto gli avevano negato di mettere in lista un suo candidato e lui ha deciso di presentarlo in una lista civica. Gli fa onore».  Come ripartirà la Regione Lazio dopo le Amministrative? «Intanto il bilancio di questo primo anno è positivo anche se il Consiglio è un po' lento. Già da domani sera mi metterò a lavorare con il presidente Abbruzzese. Nei prossimi mesi discuteremo cose importanti: il Piano rifiuti, il Piano casa, la legge sul cinema. Poi dovremo anche verificare come hanno lavorato le Commissioni».  Non crede che la lentezza del Consiglio sia anche la conseguenza di una sorta di subordinazione dell'assemblea alla Giunta? «In Consiglio ci sono tante leggi che abbiamo mandato da tempo. In ogni caso recupereremo una piena sinergia tra Consiglio e Giunta. Anche se va considerato che in Aula, dopo l'esclusione dalle elezioni della lista del Pdl romano, ci sono tanti consiglieri alla prima esperienza». Andiamo alla sua lista. In un anno ha perso 4 consiglieri... «Quella lista doveva portare in Consiglio 4-5 persone, alla fine ne ha elette 17. Si tratta di uscite fisiologiche. L'importante è che abbiano sempre lealtà verso la coalizione».  Hanno ipotizzato che lei potesse cambiare maggioranza e abbracciare il Pd. Eppure ieri i Democratici hanno presentato una mozione di sfiducia... «Fa parte del gioco politico, ognuno sta al posto suo. Ma anche con gli esponenti del Pd abbiamo preso le misure».  Presidente, ha critiche da farsi? «In questa prima fase ho privilegiato più i risultati che i rapporti, creando inevitabilmente qualche mal di pancia nella coalizione. È stato un errore, ma le assicuro che nell'ultimo anno ho cenato a casa mia tre volte. Voglio dire che rispetto all'impegno che ci ho messo non mi sento di rimproverarmi, anche se resto sempre molto critica verso me stessa».

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