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Il sogno di Marcegaglia

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«Inun momento così, noi saremo pronti a batterci per l'Italia, anche fuori dalle nostre imprese, con energia, passione e coraggio». Si chiude così, con una frase sibillina, la relazione del presidente Emma Marcegaglia all'Assemblea annuale della Confindustria. Un'autocandidatura? La disponibilità a scendere in campo? O una sorta di incoraggiamento alle imprese a riempire quello che ritiene un vuoto della politica? Nel parterre gremito di industriali, big della finanza, con la presenza eccezionale del presidente Napolitano, tutto il governo schierato al completo tranne l'assenza «giustificata» di Berlusconi e del ministro dell'Economia Giulio Tremonti, Emma Marcegaglia, alla sua ultima Assemblea, lancia il sasso. Subito una ridda di ipotesi di scatena. Che anche Emma sia tentata dalla politica? Si chiedono in sala gli imprenditori. Non è passato molto tempo da quando Berlusconi le fece delle esplicite «avances» prospettandole un ruolo nel governo. Un'offerta respinta ma che ora, chissà, a fine mandato, potrebbe essere allettante. I suoi più stretti collaboratori smentiscono una discesa in campo. Ma il sospetto resta. Peraltro le parole della Marcegaglia sono state rilanciate dal sito di Italia Futura, la Fondazione di Montezemolo. Il presidente della Ferrari pubblica sul sito un post che mette a confronto un passaggio del suo discorso all'assemblea dei giovani imprenditori dello scorso giugno con quello della presidente degli industriali. Allora Montezemolo disse: «È giunto il tempo di salire sul ring. Non ci si può sempre lamentare, bisogna dare anche un contributo perchè le cose cambino veramente. Parlare dalla tribuna senza andare in campo è sempre facile». Le parole sono quasi le stesse. La frase sibillina arriva dopo una lunga strigliata alla politica. Una specie di ultima chiamata alla maggioranza «in difficoltà» e all'opposizione «ancor incapace di esprimere un disegno riformista». Nella dura requisitoria la Marcegaglia lascia fuori solo Tremonti a cui riconosce il merito della tenuta dei conti, Maroni per l'azione sulla sicurezza e la Prestigiacomo. «Abbiamo perso dieci anni in termini di crescita e competitività» arringa la presidente e torna a chiedere «interventi più incisivi» a partire da riforma fiscale e nuove infrastrutture. Gli industriali hanno fatto le loro proposte ma «la politica pensa a altro» lacerata da «divisioni interne». Chiede quindi al governo di porre come priorità nella sua agenda la crescita. Alla presenza del presidente Napolitano, per celebrare i 150 anni dell'Unità d'Italia, Emma Marcegaglia sottolinea anche il bisogno di «istituzioni forti e autorevoli che sappiano recuperare la fiducia dei cittadini e delle imprese». «Non è vero che il Paese non cresce da dieci anni» ribatte il ministro dello Sviluppo economico, Paolo Romani ma la sua replica cade nel gelo della sala. Lunghi applausi invece al Governatore della banca d'Italia Mario Draghi e al presidente Napolitano che gli industriali hanno omaggiato con una standing ovation. Ha suscitato qualche critica invece il filmato per l'Unità d'Italia che ha ripercorso la storia della Repubblica con alcune canzoni tra cui «Faccetta nera». L.D.P.

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