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ABIDJAN Elicotteri francesi e delle Nazioni unite hanno lanciato razzi sulla residenza del presidente uscente della Costa d'Avorio Laurent Gbagbo, che attualmente è rifugiato in un bunker.

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Unaltro residente riferisce di aver visto fumo salire dal complesso. L'attacco è stato confermato da un testimone che ha visto gli stessi tre elicotteri partire dalla base militare francese pochi minuti prima di sentire delle esplosioni venire proprio dalla direzione della residenza. Il consigliere di Gbagbo in Francia, Toussaint Alain, ha a sua volta confermato l'attacco. E stessa cosa ha fato l'Onu, giustificando l'azione con la necessità di «neutralizzare le armi pesanti» delle milizie pro-Gbagbo, come chiesto ieri, in una lettera, dagli avvocati francesi del presidente legittimo, Alassane Ouattara. Poco prima una fonte vicina all'operazione e gli abitanti di Plateau, il quartiere dove si trova il palazzo presidenziale, e Cocody, sede della residenza dove Gbagbo è asserragliato da giorni, avevano dichiarato che gli elicotteri della missione dell'Onu in Costa d'Avorio (Onuci) e della forza francese «Licorne» stavano sparando ad Abidjan contro i blindati delle forze pro-Gbagbo, disposti intorno al palazzo presidenziale e nelle vicinanze della residenza presidenziale. In base agli ultimi dati a disposizione, ci sarebbero 85.000 sfollati nell'Ovest della Costa d'Avorio, Paese che da settimane vive - e subisce - gli scontri tra le forze del presidente uscente, Laurent Gbagbo, e quelle di Alassane Ouattara, capo di Stato legittimo. Inoltre, la situazione umanitaria in quella zona - dove le milizie si sono rese colpevoli di massacri - è «catastrofica», soprattutto a Duekoué, dove tutti sono «traumatizzati», ha dichiarato un alto responsabile dell'Onu.

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