Cerca
Logo
Cerca
Edicola digitale
+

Mentre Montecitorio sembra «crollare», travolto dagli scossoni del caso Ruby, c'è chi è ancora al lavoro per allargare la maggioranza e portare il governo al traguardo di fine legislatura.

default_image

  • a
  • a
  • a

Rispettoai voti disponibili in partenza la maggioranza riuscì ad ottenere un voto in più del previsto, quello di Aurelio Misiti, uscito dall'Mpa e ora nel gruppo Misto. La «caccia» ai parlamentari deve rivolgersi a chi a quel voto non partecipò. Quel giorno infatti si registrarono alcune defezioni nelle file dell'opposizione ed ora è proprio ad alcuni di quei deputati che si guarda in vista di un ipotetico allargamento della maggioranza, fermo restando il carattere particolare di quel voto, che, riguardando il tema delle garanzie, poteva portare qualche fisiologico distinguo rispetto alla ferrea disciplina di gruppo. I riflettori vengono puntati innanzi tutto su Roberto Rosso e Giulia Cosenza di Fli e Ferdinando Latteri dell'Mpa. Oltre a loro era assente anche il Liberaldemocratico Italo Tanoni, mentre la collega di componente Daniela Melchiorre risultava in missione. Non votò neanche Paolo Guzzanti, in questi giorni particolarmente critico nei confronti delle manifestazioni contro il premier. In teoria quindi sei potenziali deputati a cui la maggioranza potrebbe guardare per arrivare a quota 322. C'è poi il caso di Luca Barbareschi, che da diversi giorni tiene tutti con il fiato sospeso circa la sua intenzione di lasciare o meno Fli e che sulla richiesta di autorizzazione alla perquisizione nei confronti di Berlusconi si astenne, con tanto di colpo di teatro circa le sue reali intenzioni di voto. Nel Pdl si guarda con un misto di scetticismo e freddezza alle sue decisioni, ma alla fine non è escluso che potrebbe decidere di dimettersi, lasciando il posto al primo dei non eletti nella circoscrizione Sardegna, vale a dire Giovanni Marras, che dovrebbe iscriversi al Pdl, consentendo così alla maggioranza di toccare un potenziale 323. C'è poi la questione dei rapporti con i Radicali. Se il premier si dimettesse, ha ricordato ieri Marco Pannella si andrebbe a votare «con questa legge infame, se la maggioranza passa con noi non respingiamo nessuno». Difficile pensare che i sei deputati eletti con il Pd passino con il centrodestra, si parla a più riprese di una possibile convergenza sui temi della giustizia. Un percorso non facile però, visto che da via Torre Argentina è sempre stata sottolineata la necessità di riforme organiche e di iniziative per far fronte all'emergenza carceraria. Na. Pie.

Dai blog