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Intercettazioni e personale Il caso Ruby ci costa caro

Silvio Berlusconi

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I conti sono salati. Ha nove zeri il costo dell'inchiesta della Procura di Milano sul presidente del Consiglio Silvio Berlusconi e gli altri indagati eccellenti per il presunto giro di sesso e soldi. In cifre: un milione 325.170 mila euro. L'importo è ipotetico, verosimile e presumibilmente anche sottostimato. Riassume i costi del colossal giudizario ma immaginando uno scenario improbabile e decisamente al risparmio: che l'esercito investigativo coi suoi apparati tecnologici si siano mossi e messi in funzione per un breve periodo e non per sei mesi, come invece è realmente accaduto nel corso dell'inchiesta. E non è finita. Il totale (parziale) della "fattura" è stato ricavato mettendo insieme il numero di intercettazioni (una media di 600 al giorno) di conversazioni telefoniche e anche di messaggi. I titolari delle utenze sono i soggetti di spicco ma non tutti (una trentina). L'importo è stato moltiplicato per il costo di un'ora di intercettazione (media fissata in 12 euro e 30 centesimi). La cifra è stata sommata allo stipendio lordo mensile di un poliziotto (3 mila e duecento euro) per i 230 operatori che hanno lavorato a questa vicenda giudiziaria mettendosi alle calcagna degli indagati, poggiando l'orecchio per ore sulle loro telefonate, andando a perquisire in cassetti, archivi e quasi sotto le lenzuola. E cioè, dagli investigatori della polizia giudiziaria fino ai poliziotti delle Volanti della Questura di Milano. Il numero delle intercettazioni si ricava leggendo le 389 pagine di allegati depositati dalla Procura alla Giunta per le autorizzazioni a procedere del Parlamento. Anche il settimanale «Panorama» le ha contate: quasi 27 mila intercettazioni per Lele Mora, l'agente delle star, 14.500 per Nicole Minetti consigliere regionale del Pdl, un migliaio abbondante per Emilio Fede direttore del Tg4, 6.400 per la stessa Ruby, alias Karima El Mahroug. L'elenco continua con 28 interrogatori, quindi sequestri, indagini bancarie e postali, traduzioni dallo spagnolo. E poi pedinamenti e perquisizioni: 14 ordinate all'alba del 14 gennaio. Insomma, al netto di tutte le approssimazioni possibili, finora l'inchiesta sulle ragazze di Berlusconi è costata un patrimonio. E probabilmente il prezzo della lista della spesa aumenterà. Gli accertamenti infatti non sono finiti e non si sa neppure quando la Procura di Milano metterà la parola fine. A giorni il procuratore generale della Corte d'Appello milanese inaugurerà l'anno giudiziario elencando pregi e difetti della giustizia del distretto, capoluogo lombardo compreso, e dirà anche quanti soldi sono stati spesi nel 2010 per indagare e giudicare in nome del popolo italiano. Sul sito del ministero della Giustizia sono pubblicate le tabelle delle «aperture di credito disposte per il capitolo 1363 relativo alle spese per intercettazioni telefoniche, telematiche ed ambientali per gli uffici giudiziari del distretto» di Milano. Sono riepilogati l'importo e la data in cui è stato erogato. Nel dettaglio: sei milioni di euro il 28 gennaio 2010, altri sei il 27 aprile, quattro e cinquecentomila il 10 settembre. Totale: 16 milioni e 500 mila, oltre 32 miliardi delle vecchie lire. Stando sempre ai dati ministeriali, la Capitale invece per le stesse esigenze investigative (ma non si sa il numero delle inchieste portate avanti rispetto a Milano) spende meno. Di seguito i numeri delle aperture di credito: 926 mila euro il 28 gennaio 2010, un milione e 258 mila il 27 aprile, quasi 250 mila euro in più il 10 settembre.

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