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Bossi rimane fedele Senza la fiducia si va al voto

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Ilpartito di Umberto Bossi non ha nessuna intenzione di lasciare il Cavaliere e martedì voterà compatta la fiducia all'esecutivo. Anzi, proprio come il premier, gli uomini del Senatùr non hanno dubbi: Berlusconi ce la farà. «Per noi non esiste alternativa a un esecutivo guidato da Berlusconi - avverte il capogruppo del Carroccio alla Camera Marco Reguzzoni -. C'è chi vuole ribaltare il risultato del voto e alimenta le tensioni creando un clima incandescente nel Paese. Noi rimaniamo ottimisti e fiduciosi: il 14 la manovra di palazzo è destinata a naufragare». Il problema, semmai, riguarda il dopo. Scontato il ricorso alle urne nel caso in cui il governo non dovesse riuscire a superare indenne la prova di martedì prossimo. Ma se ci riuscisse? L'ipotesi di un possibile allargamento della maggioranza all'Udc di Pier Ferdinando Casini non entusiasma i leghisti. «Ho memoria di quando l'Udc stava con noi e mi basta per dire "mai più"» avverte il presidente della commissione Affari Esteri della Camera Stefano Stefani. Anche se subito aggiunge: «Certo, se poi la situazione economica ci impone di evitare il voto noi, benché tutti i sondaggi ci danno in crescita, siamo disponibili a evitare il voto anticipato per il bene del Paese». Meglio sarebbe quindi, per gli uomini del Carroccio, ricucire il rapporto con Futuro e libertà (non a caso sia Bossi e che Roberto Calderoli ci hanno provato a più riprese) ricomponendo il blocco che vinse le elezioni del 2008. Nic. Imb.

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