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Sveva Orlandini, la trentenne milanese ideatrice su Facebook della protesta

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.Stavolta a protestare non sono gli studenti, né il popolo viola: chi è in piazza vuole le dimissioni di Gianfranco Fini. La manifestazione inizia - forse in modo un po' provocatorio - con l'inno d'Italia. Gli organizzatori hanno affittato un pullman rosso a due piani e, dall'alto, cantano a squarciagola. Terminata la musica, Sveva Orlandini è la prima a prendere la parola. Trent'anni, milanese, laureata in giurisprudenza e appassionata di politica. È la fondatrice del «Minzolini Fan Club» ed è stata lei a «inventarsi» la manifestazione. È emozionatissima. «Grazie a tutti voi, avete affrontato sacrifici e spese per essere qui». Si interrompe, ha un nodo in gola. Ma poi urla: «Siamo stati chiamati da voi a dare concretezza a questa manifestazione perché l'Italia per bene si è scocciata delle continue prese in giro e voleva uscire dalla virtualità per urlare con dolore e con rabbia "Fini fuori!"». La applaudono. Lei prende coraggio e suona la carica: «Nessuno ci difende! E siamo la maggioranza degli italiani! E come si chiama quel regime in cui la maggioranza viene rovesciata, inquisita, lapidata, defraudata del voto? Si chiama dittatura, e delle più brutte perché subdole, sotterranee». Ormai è l'idolo della festa. Sveva da cosa è nata questa manifestazione? «È nata dal web. Migliaia di iscritti al fan club di Minzolini hanno espresso sulla pagina Facebook questa volontà e io mi sono sentita in dovere di concretizzare e coordinare i vari gruppi. Io è da più di un anno che dico "Fini fuori"». Ti riferisci alla nascita del Fan Club di Minzolini? «Esatto. Se ripenso a quanto accaduto ho ancora il magone. È stato in occasione della morte di Eluana Englaro. Il governo voleva salvarla. Berlusconi voleva salvarla. Fini invece l'ha uccisa chiudendo la Camera. Quando Minzolini è intervenuto l'hanno subito criticato. E io invece ho fondato il Fan club, schifata dall'atteggiamento del presidente della Camera. È triste da ammettere, ma i fatti mi hanno dato ragione». Cosa non perdoni a Fini? «Il tradimento. Lui ha tradito il popolo sovrano che lo ha eletto scegliendo un simbolo su cui c'è scritto "Berlusconi presidente". Fini sta preparando un golpe contro il governo, ma non può permettersi di provocare la piazza. Non è una minaccia, ma un avvertimento. Io lo vedo dal web. La gente è inferocita, si sente tradita perché il voto è stato sovvertito. Berlusconi lo ha tirato fuori dalle fogne e lui lo ha tradito, lo ha pugnalato alle spalle. Non ci importa niente della casa di Montecarlo, non è quello che ci scandalizza. È il tradimento che non sopportiamo». In che modo ti sei avvicinata alla politica? «Con i miei amici ho cominciato a seguire le campagne elettorali comunali in Lombardia, sostenendo i candidati del Pdl. Poi mi sono appassionata e adesso di fronte a questo disastro non posso sottrarmi. Fini va fermato».

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