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Battutaccia di Bossi: "Romani porci"

Fotomontaggio: Bossi e Calderoli con i corpi di Asterix e Obelix

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Cosa vuol dire «S.P.Q.R.»? Bè, se lo chiedete a Bossi la risposta non può che essere una: «Sono Porci Questi Romani». Che l'Umberto non abbia mai dimostrato grande affetto per la Capitale è una cosa arcinota ma, domenica notte, il leader del popolo leghista ha deciso di oltrepassare ogni limite. E così, abbandonati per un po' i suoi storici cavalli di battaglia come «Padania libera» o peggio ancora «Roma ladrona», ha deciso di calcare la mano e, in men che non si dica ha modificato l'acronimo «S.P.Q.R.», cioé «Senatus Populusque Romanus», in «Sono Porci questi Romani» perché al Nord dicono così. L'occasione per l'ultima sortita anti-romana del leader del Carroccio è stata la tappa a Lazzate, in Brianza, del concorso Miss Padania.   Il Senatùr si sentiva a casa, tra la sua gente leghista che ha accolto l'ultima bordata del Capo sulla Capitale con una fragorosa ovazione. Applausi che, immediatamente si sono ripetuti quando Bossi, dopo aver concluso il suo discorso ridendo, si è rivolto ai microfoni di Telepadania lanciando l'ennesima provocazione: «Il Gran Premio di Formula 1 di Monza non si sposterà a Roma, perché lì corrono sulle bighe». L'indignazione non è tardata ad arrivare da sinistra come da destra, dai politici e dal popolo della rete che ha immediatamente iniziato a raccogliere firme per querelare il ministro. Che Bossi abbia esagerato «superando il segno» lo ha detto, tra i primi, il sindaco della Capitale Gianni Alemanno «offeso come romano» e ha scritto al premier Silvio Berlusconi, aspettandosi «un passo formale», «affinché i ministri tengano un atteggiamento istituzionale e politico più consono alla loro carica e più rispettoso del ruolo di Roma Capitale e della dignità dei romani». E continua: «Il ministro si è spinto a storpiare con una vecchia battuta di un noto fumetto, la storica sigla SPQR che da più di 2000 anni qualifica la città eterna. Tutto questo non può non determinare un grave sconcerto tra i cittadini di Roma e allarmare tutti coloro che come me si trovano ad avere la responsabilità di guidare amministrativamente la Capitale». Pronto a querelare dunque? Alemanno non lo esclude, certo è che «non possiamo più reggere questi insulti. Roma non li può tollerare». Posizioni portate avanti anche dal presidente della Provincia di Roma Nicola Zingaretti che ha chiesto a Bossi di pensare a fare «il ministro e non il comico» e dalla governatrice del Lazio Renata Polverini che ha parlato di una «battuta volgare. I cittadini di Roma e del Lazio meritano rispetto».   Eppure, nonostante Bossi avesse cercato di limitare i danni dichiarando che la sua «era solo una battuta alla Asterix» nata dal malessere di un Nord che si è visto portar via «prima l'aeroporto di Malpensa e adesso vogliono prenderci anche il Gran Premio di Monza. Il Giro d'Italia non arriva più a Milano e a Venezia hanno impedito di avere le Olimpiadi», gli attacchi sono continuati per tutto l'arco della giornata. «La Lega ha una storia, una dimensione e delle responsabilità di fronte alle quali continuare ad atteggiarsi ad Asterix mi sembra riduttivo», dice il vicepresidente vicario dei senatori del Pdl, Gaetano Quagliariello. «Siamo stanchi di queste provocazioni inaccettabili che invece di costruire offendono milioni di cittadini», commenta il finiano ministro delle Politiche europee Andrea Ronchi. «Battute fastidiose, ma fortunatamente non costituiscono una linea politica», dice il ministro della Gioventù, Giorgia Meloni. Sul fronte dell'opposizione invece le critiche diventano ben più sonore. Pier Ferdinando Casini parla di una Lega che «sa solo insultare e lanciare spot propagandisti. Qui stiamo andando a rotoli e Bossi ci sguazza», dice il leader Udc. «Definire sprezzantemente come porci i cittadini della Capitale, così come qualsiasi cittadino italiano, è inammissibile e soprattutto è assolutamente grave che questo insulto esca dalla bocca di un ministro come Bossi», tuona invece la deputata dipietrista Silvana Mura. Dal fronte democratico, prima parte una mozione di sfiducia individuale al Senatùr come ministro, e poi c'è l'affondo dell'ex segretario Walter Veltroni che parla di «linguaggio da trivio, segno che la crisi del centrodestra e del governo sta mordendo e lo spinge a dare il peggio di sè alla ricerca di consensi». Rassegnato infine il commento di Farefuturo, la fondazione di Gianfranco Fini che spiega: «Inutile stupirsi, inutile gridare allo scandalo, inutile stracciarsi le vesti una volta di più. La Lega è questa». Non solo la politica però si scaglia contro il Senatùr, anche il mondo del calcio e dello spettacolo si sfoga. E così se il capitano della Roma, Francesco Totti, lancia la sfida («Ammiro Bossi per la sua personalità, spero che ne dia prova facendo questi bei discorsi su Roma e i romani anche davanti al Colosseo o sotto la Curva Sud»), il romanissimo Carlo Verdone ne fa un paragone storico: «Bossi contro Roma? Sarà preso dalla sindrome d'Annibale: lui è come i cartaginesi, appena gli parlano dei romani gli viene il sangue alle orecchie...».  

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