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Il ministro della giustizia Angelino Alfano lancia un avvertimento agli alleati, presenti e passati come Fini e Casini: «I cimiteri della politica italiana sono pieni di aspiranti successori di Berlusconi.

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Insommaattenzione a sparare e a cercare lo scontro con il premier. Chi ci ha provato si è fatto male. Il suo pensiero è stato espresso ieri alla Festa nazionale del Pdl a Milano dove non ha parlato di intercettazioni e processo breve, ma della giustizia più in generale e ha legato l'argomento anche alla tenuta del governo perché «è meglio tornare a votare che galleggiare» senza fare le riforme. Alfano era sul palco con Augusto Minzolini, il direttore del Tg 1, a moderare un incontro fra gli altri con il sottosegretario alla Giustizia Caliendo, Francesco Pionati dell'Alleanza di centro e Niccolò Ghedini, il deputato Pdl che è anche avvocato del premier. L'obiettivo è la riforma della giustizia, la separazione delle carriere di giudici e pm, e «anche fra pm e qualche giornalista». «Pm, avvocato e giudice sono i tre perni della giustizia. Di questi, due fanno lo stesso concorso, stanno nello stesso ufficio, prendono il caffè nello stesso bar - ha sottolineato - e se l'ufficio è piccolo capita pure che si fidanzino e poi il giorno dopo in tribunale fingono di darsi del lei». Quindi «dobbiamo fare - ha aggiunto Alfano - quello che non siamo riusciti a fare nel 1994». Ovvero la riforma. Per farla servono in Parlamento i voti ma i finiani su questo tema hanno mostrato più di una perplessità. Ghedini ha una idea precisa sulla questione: « Non è tempo di trattare: va fatta la riforma».

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