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La Sicilia mette nei Casini l'Udc

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Il soccorso al governo Berlusconi arriverà dalla Sicilia? L'ipotesi non è affatto peregrina. Anzi, più di un indizio fa accendere sempre più i riflettori proprio sull'Isola e, in particolare, sull'Udc siciliano, che come è noto, costituisce il granaio del partito di Casini. Indizi che prendono corpo in primo luogo dall'annuncio del premier sul non ricorso alle urne dato che il governo può contare su alcuni deputati dell'Udc, e poi, dalla rassegnata considerazione di Casini sul tradimento di qualche suo parlamentare. A questo punto, non resta che tentare di capire chi anima questo Udc siciliano, che fino a qualche anno fa, aveva un unico e solido timoniere: Toto Cuffaro. I centristi siciliani sono divisi in due aree: la prima vicina a Pier Ferdinando Casini e che fa capo al senatore messinese Giampiero D'Alia, l'altra, ben più corposa che fa capo al deputato nazionale Saverio Romano, segretario regionale dell'Udc.   In sostanza, l'area daliana - se così si può definire - è in linea con la strategia di Casini e sta lavorando per trasformare il grande centro in un vero e proprio terzo polo. Mentre la squadra che fa capo a Romano, fortemente critica sull'avvicinamento dell'Udc al centrosinistra e ai finiani, è allettata dalle proposte di Berlusconi. Interessante però è capire chi parte della squadra capitanata da D'Alia. Di certo, il quarantaquattrenne avvocato cassazionista che, tra l'altro, nel terzo governo Berlusconi è stato sottosegretario all'Interno, può contare del sostegno del sessantaduenne messinese Pippo Naro che iniziò l'attività politica nel Movimento Giovanile della Dc per arrivare nel 2008 a Montecitorio e per fallire, nel 2009, la corsa al Parlamento europeo. Ma se Naro è il referente di D'Alia alla Camera, in terra siciliana il capogruppo dei senatori centristi può contare sulle forze di tre o quattro parlamentari dell'Assemblea regionale siciliana. Diverse invece sono le condizioni sul fronte capeggiato da Romano che, invece, può contare su tre deputati nazionali (Calogero Mannino, Beppe Ruvolo, Beppe Drago), un senatore (Totò Cuffaro) e su sei o sette consiglieri regionali. Una squadra ben più influente di quella di D'Alia se si conta che Mannino è stato ministro, Cuffaro governatore della Sicilia, Ruvolo, ragioniere agrigentino quarantanovenne, è membro della Commissione Agricoltura, e Drago, cinquantacinquenne medico ragusano, è componente della Commissione Affari esteri e comunitari. Tutte personalità di grande peso politico in Sicilia che, nonostante le note vicende giudiziarie che, per esempio hanno colpito Cuffaro, mantengono un grande seguito elettorale nella Regione. Un dettaglio che che forse sfugge a Casini, ma che di certo, se la scissione si verificasse seriamente, renderebbe monco l'ambito grande centro dal leader Udc.  

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