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"La politica pensi all'economia"

Il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, all'esterno della camera ardente del presidente emerito della Repubblica Francesco Cossiga

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Napolitano è cautamente ottimista. La situazione politica sembra evolvere verso una fase «più benigna», ma non è ancora arrivato il momento di tirare i remi in barca tanto che è lo stesso Capo dello Stato, parlando con i giornalisti al suo arrivo alla Biennale del cinema di Venezia, a rinnovare l'appello affinché la politica continui a porre attenzione ai temi economici in questa fase delicata, «anche se è stata approvata la manovra finanziaria». Napolitano torna, dopo le vacanze d'agosto, ad analizzare gli scenari politici e a suggerire una possibile linea per uscire dal momento di difficoltà in cui l'economia ancora versa: «Bisogna verificare soprattutto qual è l'andamento della congiuntura sul piano mondiale, europeo e nazionale». Poi annuncia: «Il problema di come si muove l'Europa in quanto soggetto unitario è più che mai aperto e dirò qualcosa in proposito sabato, a Cernobbio, nel mio videomessaggio».   Quindi per il presidente della Repubblica è dalla politica globale che possono arrivare soluzioni per quella nazionale. Una strategia che però, come ammette lo stesso Napolitano poco dopo, presenta delle problematiche visto che «in Europa le tendenze sono contraddittorie. Abbiamo dati molto positivi per la Germania che però non fanno tendenza complessiva per l'Europa». Ma l'inquilino del Quirinale non si sofferma solamente sulla politica vista dal punto di vista economico. Infatti rivolge il suo pensiero al futuro di questo governo che, a causa delle intricate questioni all'interno della maggioranza rischia di cadere: «C'é una grande molteplicità di idee, di ipotesi su cosa succederà. Vi sono tremila punti interrogativi che, poi, a un dato momento, si scioglieranno. Si va verso un'evoluzione più benigna, anche se «siamo nella febbre politica».   E precisa: «Non faccio previsioni, quando accade qualcosa che coinvolga le mie decisioni, allora rifletto e adotto e motivo le decisioni». Per Napolitano, «attualmente non c'é che da "leggere", cercando di non confondersi quotidianamente troppo le idee». Una cosa comunque è certa, il Capo dello Stato non intende farsi tirare per la giacca da nessuno tanto che smentisce di essere a conoscenza di contatti tra esecutivo e Quirinale su leggi come quella sul processo breve: «Su queste cose ho già detto tante volte mentre si discuteva della legge sulle intercettazioni. Sapete che fine ha fatto quella legge? - ha proseguito Napolitano rivolgendosi ai cronisti - Siete informati...". Alla replica di un giornalista: «Un binario morto?», il presidente ha concluso: «Ecco...». Parole quelle di Napolitano che a stretto giro trovano il plauso dell'intero agone politico. Sull'economia dice il presidente del gruppo Pdl al Senato, Maurizio Gasparri: «Napolitano ha ragione e non c'è dubbio che insieme alla saggia politica di contrasto all'immigrazione clandestina e per la lotta alle cosche, i temi dell'economia sono stati una priorità della nostra agenda». Stessa posizione tenuta anche dal ministro per la Semplificazione normativa, il leghista Roberto Calderoli: «Caro presidente, noi come Lega Nord ce la metteremo tutta a riguardo: auspichiamo che anche tutti gli altri facciano altrettanto, sperando che il periodo dei "polli di Renzo" possa avviarsi alla conclusione» E aggiunge: «Condivido pienamente le parole del presidente e il suo invito a concentrarsi maggiormente sull'economia. E infatti proprio l'economia è stata al centro dell'azione dell'esecutivo in questi primi due anni di legislatura e i numeri, oggi, danno ragione alla linea di azione tenuta da questo governo nell'affrontare la crisi economica internazionale». Ma dall'opposizione Enrico Letta, vicesegretario del Pd, replica: «La questione economica è la vera priorità del Paese in un momento in cui, anche a livello europeo, i facili ottimismi di qualche mese fa sono sostituiti dalle preoccupazioni per lo stato della ripresa e dei conti pubblici. Il governo lasci perdere priorità che tali non sono, come il processo breve. Altrimenti passi la mano».   Originale, invece, l'intervento del leader dell'Italia dei Valori, Antonio Di Pietro, che, se più volte ha contestato le posizioni di Napolitano, questa volta si trova d'accordo: «"La politica si concentri sull'economia", non sono io a dirlo, nonostante sia un concetto che ribadisco da tempo, è il Presidente della Repubblica a lanciare un appello per salvare il Paese. Forse anche Napolitano ha letto il Financial Times, proprio come ho fatto io». Ed ecco pronto l'attacco al premier: «Negli ultimi dieci anni, dal 1999 al 2009, Berlusconi è sempre stato al Governo, tranne che nelle brevi parentesi D'Alema-Amato-Prodi. In questo periodo, il prodotto interno lordo in Italia è cresciuto di 10 punti percentuali in meno rispetto alla media della zona Euro. Tutto ciò mentre le aziende di casa Berlusconi godono di ottima salute grazie ai provvedimenti e alle mosse di un Governo ad aziendam».  

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