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Oggi Tremonti dal Cav Bonaiuti smentisce screzi

Il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi e il ministro dell'Economia Giulio Tremonti

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Ci sarà anche stato uno «duro scontro» tra Berlusconi e Tremonti ma una cosa è certa: oggi il presidente del Consiglio incontrerà il ministro dell'Economia ad Arcore. Un vertice forse riappacificatore per mettere fine alle dure polemiche di questi giorni ma soprattutto per trovare la quadra sul testo della Manovra che già questa sera dovrebbe trovare il via libera della commisione Bilancio del Senato e che domani pomeriggio potrebbe approdare nell'emiciclo di Palazzo Madama. Inizia così la settimana del «ghe pensi mi» berlusconiano. Proprio dalla Manovra e con l'obiettivo di mettere una pietra sopra a tutte le polemiche che anche ieri, come titolava il Corriere della Sera, potevano diventare il motivo di una insanabile rottura tra il premier e il suo ministro. Da una parte quindi Tremonti sembra aver fatto un passo indietro a riguardo delle paventate dimissioni, e dall'altra Berlusconi ha teso la mano lasciando al suo portavoce, Paolo Bonaiuti, il compito di smentire quel titolo in prima pagina del Corsera: «La collaborazione tra il presidente Berlusconi e il ministro Tremonti si basa su una solida amicizia e sulla condivisione totale dell'azione di Governo». «Spiace rilevare - prosegue Bonaiuti che in mattinata aveva sentito sia il premier che il ministro - che la pubblicazione di una notizia infondata come quella di stamane, e su un tema tanto delicato per tutti come la Manovra per la stabilizzazione del pubblico bilancio, non è nell'interesse del Paese». Una smentita obbligata quella di Bonaiuti, ma, di certo, non si può nascondere che i rapporti tra Berlusconi e Tremonti in questi giorni non siano stati dei migliori. Un premier che si è trovato a dover accettare una Manovra preconfezionata e da gestire come una sorta di prendere o lasciare. Sondaggi che fanno emergere un Paese preoccupato per un testo non chiaro e in continua evoluzione. Il ministro dell'Ambiente Stefania Prestigiacomo che si è lanciata in una dura critica sui tagli alle energie rinnovabili («È antistorico»). E infine la protesta delle Regioni con in prima linea la governatrice del Lazio Renata Polverini che ieri in un'intervista a Il Tempo ha criticato l'operato di Tremonti («Giulio non può trattarci in questo modo. È inaccettabile»). Così Berlusconi ora vuole tornare a vederci chiaro e lo vuole fare cercando la collaborazione di Tremonti che non a caso, anche ieri, è stato definito da Ilvo Diamanti su Repubblica «il vero premier». Ecco quindi che dal vertice potrebbe uscire un'apertura verso le Regioni soprattutto per non colpire il Sud (che tra l'altro rappresenta il «granaio elettorale» del Pdl). E, in quest'ottica, come riportano fonti vicine al ministro, Tremonti starebbe ancora lavorando sul testo della Manovra per cercare nuove coperture che permettano di limare i tagli soprattutto nella parte in cui finiranno per essere vessatori: tipo nuovi pedaggi e aumenti di Irpef regionali. Da sinistra invece lo screzio tra Berlusconi e Tremonti viene letto polemicamente. Ed è proprio Antonio Borghesi, vice capogruppo dipietrista alla Camera, a darne una singolare interpretazione: «Siamo di fronte al solito gioco delle parti: dello scontro Berlusconi-Tremonti è evidente l'intento di gettare fumo negli occhi degli italiani e calmare una maggioranza che sta esplodendo. In realtà il presidente del Consiglio e il suo ministro dell'Economia sono d'accordo su tutto».  

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