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Federalismo, spiagge e strade non saranno in vendita

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Ilgoverno lavora alla nuova versione del decreto attuativo sul federalismo demaniale che dovrà recepire le indicazioni venute da tutti i gruppi parlamentari e inserite nel parere della commissione bicamerale per l'attuazione del federalismo fiscale che lo voterà mercoledì prossimo. Ed entrano una serie di «norme di salvaguardia» e specificazioni, nate da indicazioni delle opposizioni e delle commissioni di Camera e Senato che lo hanno vagliato. Tra le novità dell'ultima versione del testo, allora, una norma che specifica che il demanio idrico-marittimo, che pure passerà alle Regioni, resti di fatto non vendibile perché, anche se diventa «demanio regionale», sarà sempre lo Stato a decidere su una eventuale «sdemanializzazione» (ovvero un passaggio da bene del demanio a bene del patrimonio e dunque anche vendibile). «Vincoli» in arrivo anche per quanto riguarda le strade di interesse statale (come la Cassia, l'Aurelia o la Salaria). Il decreto sul demanio nella versione uscita dal Consiglio dei ministri prevedeva l'esclusione dai beni trasferibili alle autonomie (e dunque di seguito vendibili o sui quali in teoria potrebbero essere applicati «balzelli») nel nuovo testo si parla anche delle «reti di interesse statale, ivi comprese quelle energetiche». Novità in arrivo, poi, anche per «costringere» gli enti locali ai propri doveri. Nel momento in cui richiedono un bene, dovranno accompagnare la domanda a una relazione indicando «finalità e modalità prevalenti di utilizzazione». Obiettivi che se non verranno rispettati, tra l'altro in tempi certi, potranno comportare il commissariamento da parte del governo. Nel decreto entrerebbe, anche se semplicemente come osservazione, la possibilità che il governo, in chiave di «federalizzazione» del patrimonio idrico, valuti con una legge ad hoc l'ipotesi di fissare dei tetti minimi e massimi per le concessioni idroelettriche. Il testo potrebbe in ogni caso subire ulteriori limature. A quanto si apprende, infatti, la Lega starebbe valutando se esistano i margini tecnici per andare incontro alla richiesta del Pd di inserire tra i beni trasferibili anche i beni non utilizzati dal ministero della Difesa (il compito di valorizzare i quali è in capo a Difesa Spa). Se ci fosse disponibilità su questo punto il Pd potrebbe anche arrivare a votare il decreto. Un testo che, ripete il partito di Bersani, è stato in ogni caso già ampiamente riscritto con il contributo dell'opposizione. Certo, sottolinea il presidente della provincia di Roma, Nicola Zingaretti, sarebbe stato necessario più tempo per l'esame parlamentare del provvedimento. Richiesta che avanza anche la finiana Flavia Perina.

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