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Boy scout americani dovranno risarcire una vittima di abusi

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Loha deciso una giuria di Portland che ha anche stabilito che l'organizzazione, che ha la sua sede principale ad Irving, in Texas, potrebbe essere condannata, in una seconda fase del processo, a pagare ulteriori indennizzi, fino a 25 milioni di dollari, per non aver protetto il giovane vittima di abusi rimuovendo dal suo incarico lo «scoutmaster». È stata così accolto il ricorso di Kerry Lewis, ora 38enne, che ha accusato gli Scout di negligenza per aver permesso all'ex capo scout Timur Dykes di continuare a svolgere la sua attività anche dopo che l'uomo nel 1983 aveva confessato ad un vescovo della Chiesa mormone di Gesù Cristo che aveva molestato 17 ragazzi. Decisiva è stata la presentazione alla giuria dei cosidetti «perversion files», cioè la lista dei nomi delle persone interne all'organizzazione accusate di pedofila dal 1965 al 1984, che veniva tenuta segreta nella sede centrale dei boy scout. L'organizzazione ha cercato in tutti i modi di continuare a tenerla segreta ma la lo scorso febbraio la Corte Suprema dell'Oregon ha ordinato che i circa mille documenti fossero utilizzati nel processo di Portland. Gli scout si sono sempre difesi delle accuse di negligenza, rivendicando invece un'azione per proteggere sempre i ragazzi da eventuali abusi: «Siamo rattristati per quello che è successo a Lewis, le azioni dell'uomo che ha commesso questi crimini non rappresentano i valori e gli ideali dei Boy Scouts di America» ha detto il portavoce Deron Smith. Ora c'è attesa per le altre nove cause simili in corso in tutti gli Stati Uniti.

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