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Damiana Verucci Le contestazioni non sono mancate, ma alla fine in molti dei seggi ieri a Roma è prevalso il buon senso.

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Primaancora di procedere allo spoglio eccoli schierati da una parte i rappresentanti di lista dell'opposizione, dall'altra quelli della Polverini che sono entrati puntuali alle 15 nei seggi portandosi dietro la circolare ministeriale già nota a molti presidenti e un avviso su eventuale voto espresso per i candidati del Pdl rivolto proprio ai presidenti, agli scrutatori e ai rappresentanti di lista. Messaggio: «In caso di non assegnazione di voto o volontà di annullarlo da parte del presidente di seggio sarà necessario contestare o mettere a verbale». Perché come previsto, specie nei Municipi dove la presenza di cittadini di centrodestra è più elevata, sono capitate diverse schede dove l'elettore aveva espresso la preferenza della Polverini e scritto il nome di un candidato non presente nella lista. «C'è stata un po' di contestazione all'inizio – spiega Fabio De Lillo, rappresentante della lista Polverini nel seggio di Boccea – ma nel mio seggio è prevalso il buon senso e sono state accettate le schede che riportavano il nome di un candidato non presente». Poche per la verità, visto che il messaggio di votare Polverini nonostante la non ammissione del Pdl sembra sia entrato bene nella testa degli elettori di centrodestra. Non tutti hanno seguito però questa linea dando luogo a grosse contestazioni. È accaduto, ad esempio, in un seggio dell'Eur dove la presidente ha annullato tutte le schede con l'espressione di preferenza per un nominativo non presente e lo spoglio delle schede si è protratto fino a tarda serata, mentre nel seggio di Valle Aurelia un rappresentante di lista della Polverini ha fatto mettere a verbale ogni scheda annullata non volendo sentire ragioni del presidente del seggio.

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