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E Fini torna sul palco con Silvio

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Neltardo pomeriggio arriveranno tutti i parlamentari del Pdl eletti nel Lazio, si terrà una convention con Silvio Berlusconi e Gianfranco Fini. L'appuntamento non è ancora ufficiale ma le convocazioni sono giù state diramate nel pomeriggio di ieri. Per il resto Fini ieri è rimasto soprattutto chiuso nel suo ufficio. Per oltre tre ore per esempio ha ricevuto a Montecitorio il presidente della Grande Assemblea Nazionale della Turchia, Mehmet Ali Sahin. All'uscita solo qualche battuta con i giornalisti. Fini è apparso tranquillo e di buon umore, ha mostrato qualche preoccupazione sul fatto che il processo di adesione della Turchia alla Ue proceda senza grandi passi in avanti. Niente questioni nazionali. Almeno in pubblico. In mattinata Fini aveva incontrato Gianni Alemanno e Renata Polverini per fare il punto della situazione sull'esclusione delle liste. Poi l'ok alla manifestazione nell'albergo romano. Domani poi Fini parteciperà a un convegno organizzato dalla sua fondazione, Farefuturo e da quella che tenne a battesimo Giorgio Napolitano, Mezzogiorno Europa, e che si intitola «Per la buona politica per un nuovo Mezzogiorno». Nel paper introduttivo messo a punto dai due istituti si propone un programma piuttosto netto di cambiamento al punto che ci si augura «un profondo rinnovamento delle classi dirigenti». Nella parte dell'analisi del documento si ricorda come «la drammatica crisi economica in corso rischia, tra l'altro, di provocare effetti peggiori proprio laddove il tessuto economico-produttivo appare più fragile»; «il capitale sociale è ai minimi storici, così come la fiducia dei cittadini nelle istituzioni, e gli spazi lasciati vuoti dalla buona politica e da un corretto funzionamento del mercato vengono riempiti impropriamente e aggressivamente dalla criminalità organizzata»; «una classe dirigente diffusa che, dopo quindici anni, presenti un simile bilancio complessivo rischia di non avere autorevolezza e credibilità per opporsi a scelte, anche "le più perverse", che potrebbero riguardare alcune fuorvianti interpretazioni del federalismo fiscale». Di qui la constatazione che «se non si dà il senso di una profonda autocorrezione, dal Mezzogiorno, nelle scelte, nelle pratiche, negli orientamenti, e nelle politiche di governo locale, diviene impossibile il rilancio». «Per questo - continua il documento - occorre rinnovare, nel Sud, le istituzioni, la politica e le classi dirigenti, recuperando uno spirito, una capacità di progettazione, una vocazione realizzativa e stili oggi diffusamente inadeguati». Di qui la «sentenza» delle fondazioni di Fini e Napolitano: «È improcastinabile un radicale cambiamento per scongiurare l'inasprimento del solco che va approfondendosi con il resto del Paese». Le proposte che vengono avanzate sono tre. La prima è il miglioramento della qualità dei servizi, la seconda è il contrasto all'illegalità e al sommerso, la terza il sostegno al capitale umano per far crescere la responsabilità degli individui. Inoltre, e più in generale si chiede anche di «individuare tre-quattro grandi opere infrastrutturali sovraregionali che incrocino le politiche europee dei corridoi e delle reti» e di «puntare sul trasferimento tecnologico e su robuste iniezioni di conoscenza nel processo produttivo, sperimentare strumenti finanziari innovativi che accompagnino sul mercato idee e brevetti, saper attrarre capitali e investimenti puntando sulle eccellenze del territorio, mettere in valore le grandi risorse turistiche». F.d.O.

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