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Borse, effetto Spagna Milano affonda ancora

La borsa di New York

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Il presidente della Bce Jean Claude Trichet ha smentito che ci sarà a breve una riunione straordinaria dell'istituto centrale sui crolli borsistici e la crisi dei mercati. Ma anche se il banchiere non vuole dare l'impresione che ci sia una situazione di emergenza (cosa che rischierebbe di gettare altra benzina sui mercati) fatto sta che la Commissione europea è in allarme. Le tensioni nelle Borse e le notizie preoccupanti sul livello del debito di Spagna, Grecia e Portogallo, rischiano di innescare un meccanismo a catena e compromettere la ripresa. I segnali di uscita dalla crisi sono ancora molto deboli e troppo incerto è lo scenario mondiale, aggravato dai dati sulla disoccupazione ancora molto elevati, perchè tutto non sia messo inpericolo da turbolenze borsistiche. Ieri è stata un'altra giornata pesante con un lieve recupero nel finale. Il bilancio di due giorni è pesante: sono andati in fumo quasi 220 miliardi di capitalizzazione. Nella sola giornata di ieri persi 90 miliardi. Francoforte ha perso l'1,79% e Londra l'1,47%, mentre Parigi è stata la maglia nera con un calo del 3,4%. Quanto a Madrid, che giovedì era crollata di ben sei punti contribuendo non poco a esacerbare le tensioni di tutti i mercati, ieri ha chiuso in negativo dell'1,35%. Per Piazza Affari è la quarta settimana consecutiva di ribassi con un bilancio del -4,93% per l'indice Ftse Mib, sceso a 20.815 punti, e del -4,89% per l'All Share. Il risultato è che Milano ha azzerato i guadagni messi a segno negli ultimi sei mesi tornando al livello di luglio scorso. Ieri il Ftse all share e il Ftse mib hanno perso entrambi il 2,75%. Il settore più penalizzato è stato quello dell'auto per le tensioni tra la Fiat e il governo. Il gruppo del Lingotto ha perso il 4,29% ma il titolo peggiore è stato Pirelli (-5,44%) penalizzato dalle prospettive dell'automotive come da quelle per il settore costruzioni. Telecom, dopo aver confermato di avere allo studio un aumento di capitale, lascia sul terreno il 5,86%. I timori sullo stato di salute dell'economia spagnola pesano, secondo gli operatori, su alcuni titoli del paniere principale presenti nel Paese iberico. Tra questi Generali (-3,26% a 16 euro), Autogrill (-3,3% a 8,46 euro) e Mediolanum (-3,24% a 3,87 euro). L'ondata di vendite ha travolto anche i bancari con la Bpm che ha perso il 4,3% a 4,33 euro, Intesa SanPaolo il 4% a 2,55 euro e il Banco Popolare il 3% a 4,59 euro. Male anche Ubi Banca (-2,9% a 9,2 euro) e UniCredit (-2% a 1,94 euro). Nel comparto assicurativo in calo FonSai (-3,4% a 11,3 euro). Tra le poche eccezioni che hanno guadagnato c'è Safilo (+5,22% a 0,54 euro) nel giorno del salvataggio firmato dagli olandesi di Hal che hanno sottoscritto l'aumento di capitale e la ristrutturazione del debito. Intanto il premier spagnolo, José Luis Rodriguez Zapatero, ha lanciato messaggi rassicuranti. Parlando a Washington ha garantito che il debito della Spagna resta su un livello «ragionevole» e lo status «di paese solvibile è garantito». «Dopo la crisi, è venuto il momento di ripianare i conti pubblici», ha commentato Zapatero. Ma per il presidente della Confindustria Emma Marcegaglia non si può sdrammatizzare: «quello che sta succedendo sui mercati finanziari dimostra che l'attenzione sui conti pubblici non è trascurabile».

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