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Stavolta è sceso dalla cattedra e si è messo in gioco.

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GuillermoMariotto, severissimo giurato ma prima di tutto direttore creativo della maison Gattinoni, s'è rilassato solo quando è salito in passerella per prendersi gli applausi del pubblico a fine sfilata. E stavolta, invece degli improperi dei ballerini, s'è meritato un punteggio pieno. È piaciuta la sua collezione primavera-estate intitolata «La Rinascita». Il viaggio è iniziato dall'inferno di Haiti: abito nero in fibra ecologica Ingeo e splendida mannequin di colore a simboleggiare il dramma del terremoto. Ma poi la luce, la speranza, interpretata da cinque modelle in t-shirt couture. Il baby-dress da indossare come capo unico è in tessuto ricamato, assemblato, borchiato in plexiglass. Mariotto cita Boldini, Modigliani, Quenaud ma anche Mantegna. La sua è una donna-farfalla che esce dal bozzolo bellissima, colorata, giovane nello spirito e disinvolta, «completata» dai gioielli di Gianni De Benedittis: piccole clessidre che scandiscono il tempo, mini-livelle inglobate in bracciali e collane. Lo stilista gioca con gli intarsi, dipinge lo chiffon, scolpisce i corpi con maxipaillettes che sembrano scaglie di pesce. Fa librare nell'aria le sue creature leggere, con la voglia di sentirsi sempre bambine. Rinascere, risorgere, aprirsi alla vita, quella del corpo e quella dello spirito è la filosofia che le unisce. A moderne vestali dell'antica Roma e alle dee dell'Olimpo hanno pensato invece per le loro collezioni Raffaella Curiel e Marella Ferrera. La stilista milanese è tornata a sfilare nella capitale, dopo le polemiche delle scorse edizioni, ospite del sindaco Alemanno (che con l'occasione ha annunciato una nuova delega speciale per il rilancio di AltaRoma affidata ad Alessandro Vannini Scatoli già presidente della Commissione Turismo e Moda del comune di Roma). Nella sala della Protomoteca in Campidoglio, è andato in scena ieri sera l'omaggio a Roma.Via libera, allora, ai fiori e ai colori tipici della Città Eterna: i bianchi di marmi e travertini, i verdi di Villa Borghese, i gialli dei palazzi antichi, i rosa e i rossi dei tramonti, l'azzurro cielo. Maniaca dei dettagli e della ricerca dei tessuti più pregiati e particolari, la Curiel ha disegnato giacche dalle spalle femminili, fianchi fasciati, colli, revers e gonne come petali leggeri. Belli gli abiti peplo, le gonne a corolla, i plissè, i drappeggi, i delicati ricami traforati che ricordano il barocco romano. Per la sera vestali e dee in abiti stile Impero. Avvolte di tulle, velate da chiffon dipinti a mano, ricamate di pietre e coralli di Sciacca sono le Dee di Marella Ferrera. Anche i corti pepli ispirati a Demetra e Kore sono impalpabili. Il tulle di seta è splamato, laserato, graffitato, ricamato. La sua «fimmina» siciliana fin dentro il midollo, Marella la vede vestita di pizzo «rubato» ai centrini della nonna. Al collo porta piccole riproduzioni di maschere greche riprodotte da Massimo Izzo. Ieri in pedana si sono alternati anche Silvio Betterelli e i suoi grafismi, il dark di Carta e Costura e il siriano Rami Al Ali in versione gipsy. Kat. Per.

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