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"Votate chi difende la vita"

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Monsignor Crociata

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I vescovi non danno indicazioni di voto, ma invitano i cattolici a votare quei politici che si rifanno ad alcuni valori fondamentali: la vita, la famiglia, la solidarietà verso i più deboli. E tra i più deboli ci sono gli immigrati, che non devono essere oggetto di pregiudizio e di discriminazione, e quanti perdono il lavoro, al grido dei quali la Chiesa «non può rimanere insensibile». Monsignor Crociata, numero due della Cei, parla al termine del Consiglio Permanente dei vescovi. All'ordine del giorno, la questione educativa, il sogno «di una nuova generazione di politici cattolici», la questione immigrazione e solidarietà, il documento per il Sud. Ma i temi di stretta attualità irrompono nella discussione. Se a lungo si è parlato degli orientamenti pastorali del decennio, in particolare riguardo «un'educazione che deve riscoprire la sua dinamica relazionale», i vescovi si sono ritrovati anche a fare i conti con immigrazione e politica, temi caldi di questi giorni. La linea è di non prendere una posizione politica, appellarsi al dialogo piuttosto che allo scontro, promuovere il binomio «accoglienza e legalità» per quanto riguarda le politiche di migrazione. Crociata ricorda che «le nostre statistiche dimostrano che percentuali di criminalità tra italiani e stranieri sono analoghe, se non identiche», contrapponendosi a quanto dichiarato da Berlusconi nei giorni scorsi, e aggiunge, rifacendosi alle parole del Papa (il quale per tre volte nelle ultime tre domeniche è tornato con forza sul tema), che «la dignità di ogni persona umana che non può essere oggetto di pregiudizio e discriminazione». Nessuna indicazione di voto per la prossima scadenza elettorale. Dai vescovi arriva solo un invito, quello di eleggere le persone «che meglio perseguono l'obiettivo del bene comune i cui valori e criteri sono la difesa della vita umana comunque si presenti, la difesa della famiglia fondata sul matrimonio tra uomo e donna, la promozione della solidarietà verso gli altri, in particolare i più deboli e il lavoro», votando «per coloro che guardano alle esigenze generali più importanti sia per la vita del Paese che per le Regioni». Né i vescovi prendono una posizione precisa riguardo la questione «giustizia», ma invitano «a superare conflitti e tensioni per trovare una soluzione all'interno degli equilibri istituzionali seguendo la ricerca del bene comune da parte di tutti». E, per quanto riguarda la crescente disoccupazione, Crociata sottolinea che i vescovi «conoscono il dramma delle famiglie che avevano un lavoro e ora si trovano per strada».

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