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Gaetano Mineo PALERMO La spaccatura del Partito democratico partorisce il Pd Sicilia.

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«Vogliamoil Pd Sicilia - annuncia Lumia -. Lo abbiamo dichiarato pubblicamente e per questo ci siamo battuti». Dunque, in Sicilia, dopo il partito di Berlusconi anche quello di Bersani imbocca la strada dell'autonomia da Roma. Come dire Lumia sulle orme di Miccichè. E quando si dice che il destino è beffardo, mentre Massimo D'Alema (presente ieri a Palermo per un convegno) parlava non di «spaccature, ma dissensi» nel suo partito siciliano, a poche centinaia di metri, Lumia annunciava di dar vita al Pd Sicilia. Insomma, sempre più intense le scosse telluriche nel Pd isolano. Alimentate, fra l'altro, da colpi di fioretto tra il fresco di nomina Lupo e il navigato capogruppo al Parlamento siciliano del Pd, Antonello Cracolici. In pratica, il neo segretario gli vuole togliere l'incarico di presidente dei deputati a Palazzo dei Normanni. Da qui, un vivace botta e risposta. «Ho chiesto di rimettere il mandato - afferma Lupo - perché è naturale che quando c'è un congresso si azzerino le cariche, ma non c'è nulla di personale». Immediata la replica di Cracolici: «Fino a quando non ci sarà una mozione di sfiducia io resto il capogruppo». Intanto, il governatore della Sicilia sta a guardare. Raffaele Lombardo infatti da una parte si trova già a gestire, all'interno della sua maggioranza, la spaccatura tra il gruppo Pdl Sicilia, fondato dal sottosegretario Gianfranco Miccichè, e gli altri del Partito della libertà che fanno capo alla corrente Schifani e Alfano. Dall'altra parte ora dovrà fare i conti anche con la frattura del Partito democratico, unica forza politica d'opposizione.

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