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Berlusconi: "Io vado avanti

Silvio Berlusconi

Non riusciranno a farmi fuori"

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"Vado avanti". Lo dice il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi conversando con i giornalisti mentre usciva da Palazzo Grazioli dopo la sentenza della Corte costituzionale sul lodo Alfano. Il premier aggiunge. "La Consulta è politicizzata, è di sinistra". "Noi dobbiamo governare cinque anni con o senza il Lodo, io non ci ho mai creduto" al fatto che passasse "perchè con una corte Costituzionale con undici giudici di sinistra era impossibile che lo approvassero".   Il premier, dopo aver appreso la sentenza, attacca la sinistra, la stampa, i programmi tv e la satira. Attacca ovviamente la Consulta che ha emesso una sentenza "politica" perché è fatta "in maggioranza da giudici rossi". Ma questa volta Silvio Berlusconi non ci gira intorno e affonda il colpo direttamente verso il Colle più alto: da Napolitano mi sento tradito. Così il premier ha commentato in privato, a caldo, la sentenza della Corte costituzionale che ha bocciato il lodo Alfano. Un attacco che, senza usare il guanto di velluto, ha in sostanza ribadito anche pubblicamente: "Napolitano sapete da che parte sta". Un affondo che Berlusconi non ha neanche corretto dopo la reazione, forte, del presidente della repubblica che con una nota ha ribadito di stare solo "dalla parte della Costituzione". La replica del premier è violentissima: "Non mi interessa, mi sento preso in giro". Già dal mattino, d'altra parte, l'ottimismo che ieri circolava nel suo entourage, si era via via affievolito, dissolto come neve al sole. Le più alte cariche dello Stato già prima di pranzo avevano intuito che la fumata sarebbe stata nera. Il via vai a Palazzo Grazioli è stato intenso, da Umberto Bossi allo stato maggiore leghista, da Letta a Bonaiuti, da Cicchitto ad Alfano, fino ai ministri di Alleanza nazionale. A tutti il Cavaliere ha ribadito le sue perplessità sull'orientamento della Corte, considerata di parte anche perché composta da giudici di sinistra eletti "da tre capi di Stato di sinistra". Ma l'obiettivo restava sempre Napolitano. Secondo gli uomini vicini a Berlusconi il Colle aveva assicurato attenzione rispetto alle ragioni del lodo Alfano, secondo i fedelissimi del presidente del Consiglio Napolitano, sia pur nel rispetto delle prerogative che attengono al capo dello Stato, si era fatto garante del buon esito della vicenda. Per questo, Berlusconi si è sentito tradito e non ha lesinato attacchi durissimi proprio al Colle più alto. Cosa accadrà ora è tutto da definire, di certo il Pdl non esclude un ritorno alla piazza, forse anche forzando sui tempi ipotizzati nei giorni scorsi. Una grande manifestazione popolare della quale potrebbe discutere già domani l'ufficio politico del Pdl.

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