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La Lega si scaglia contro il Concordato poi torna indietro sui suoi passi

Bossi

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La Padania contro la Santa Sede. Il quotidiano del Nord va all'attacco del Vaticano, e lo fa con un editoriale pubblicato in prima pagina per accusare Strane ingerenze ideologiche in uno Stato laico come riporta il titolo dell'articolo. E non serve leggere troppe righe del testo scritto da Stefano B. Galli per capirne il contenuto. Infatti, dopo aver fatto riferimento alle recenti accuse di monsignor Vegliò al ministro Calderoli definite come «l'ultimo episodio di una lunga serie di ingerenze ideologiche e squisitamente politiche da parte di uomini delle gerarchie ecclesiastiche nelle faccende di uno Stato che, fino a prova contraria, è laico», l'autore annuncia: «O la Chiesa metterà fine alla sua politica interventista oppure bisognerà inserire nell'agenda delle riforme anche una revisione di Concordato e Patti Lateranensi». Un'avvertimento che assomiglia molto a un ultimatum che potrebbe avere dei risvolti negativi nella politica italiana. Primo, non bisogna dimenticare che La Padania è diretta da Umberto Bossi che non è solo il segretario dei Lumbard ma anche il ministro delle Riforme, ovvero proprio quello che potrebbe proporre una rivalutazione dei rapporti tra Stato e Chiesa. Secondo perché la minaccia arriva proprio alla vigilia dell'annunciata cena tra il premier Silvio Berlusconi e il segretario di Stato Vaticano il cardinale Tarcisio Bertone. Ma è proprio il Carroccio a correre ai ripari smentendo il proprio quotidiano: «La Lega non ha alcuna intenzione di modificare il Concordato, che così com'é va bene» garantiscono Roberto Cota e Fabrizio Bricolo, rispettivamente capigruppo del Carroccio alla Camera e al Senato e membri del Consiglio di Amministrazione de La Padania. Rassicurazioni arrivano anche dal ministro per la Semplificazione Calderoli: «La prima cosa da chiarire è che non c'è alcuno scontro tra Lega e Vaticano. Con Papa Benedetto la sintonia è assoluta da parte nostra e il Governo ha un rapporto di profondissimo rispetto per il Santo Padre. La seconda è che invece da parte di alcuni settori religiosi ci sono attacchi reiterati e all'apparenza incomprensibili verso di noi. Attacchi che divengono comprensibili in un'ottica non certo religiosa ma semmai legata ai piccoli fatti politici italiani, secondo la ben nota teoria dell'unità nazionale». Ancora più significativa è l'intervento fatto dal presidente dell'Associazione Padania cristiana e eurodeputato Mario Borghezio: «È un'opinione legittima dell'autore dell'articolo, ma non esprime la posizione ufficiale della Lega». Anche il Pdl si schiera a difesa della Chiesa e lancia messaggi di distensione. Il ministro degli Esteri, Franco Frattini, ammette: «Ho vissuto questa situazione da cattolico con qualche dispiacere e qualche imbarazzo». «Trovo fuori luogo l'attacco della Lega alla Chiesa, ma non è giusto ricambiare sparando sulla Lega» dichiara il ministro per l'Attuazione del Programma, Gianfranco Rotondi. E il vicepresidente della Camera Maurizio Lupi (Pdl) invita «gli amici della Lega ad abbassare i toni». Infine anche Roberto Formigoni, governatore della Lombardia, commenta: «Da ciellino di base quale sono dico che se la Lega tirasse troppo la corda, la corda le rimarrebbe in mano. E in ogni caso la barra del timone delle politiche ce l'hanno il Pdl e Berlusconi: quindi non c'è alcun pericolo di deriva laicista». Dall'opposizione invece si eleva un coro di critiche. «La Lega pesa poco, ad esempio sul ruolo degli enti locali, che non hanno più una loro entrata fiscale, mentre pesa troppo sui temi ideologici, come quello dell'immigrazione» commenta Pierluigi Bersani, candidato alla segreteria del Pd. Più diretto il suo avversario Dario Franceschini: «Sono le sparate estive della Lega, visto che c'é stata una smentita dei capigruppi parlamentari. È una passione estiva della Lega quella di sfoderarle più grosse possibili». Infine Massimo Donadi, capogruppo Idv alla Camera, denuncia: «Il governo è sotto ricatto della Lega. Bisogna fermare la deriva razzista e xenofoba».

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