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«La Chiesa parli a tutta l'Europa»

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«Agostoè il mese delle parole e dei fuochi d'artificio, ma a settembre matureranno i fatti». Il presidente dei deputati del Pdl, Fabrizio Cicchitto, non ha dubbi: «Finora è stato sparato a salve. Adesso è arrivato il momento di riprendere a lavorare per il nostro Paese. L'agenda che ci aspetta è densa di impegni. Dobbiamo costruire le case per i terremotati de L'Aquila, dare delle risposte alle esigenze del Sud e portare a compimento le riforme come quelle della pubblica amministrazione, della giustizia e dell'università. Il tutto senza dimenticare il processo di attuazione del federalismo fiscale, il testameneto biologico, la sicurezza e l'immigrazione». Presidente, proprio quest'ultimo tema sta creando un'accesa discussione tra la politica e la Chiesa cattolica. Quale può essere la chiave di svolta per uscire dall'empasse? «Non dimentichiamo che il governo e le forze politiche agiscono su un piano e la Chiesa cattolica su un piano diverso. Il governo deve dare espressione ad una domanda di rigore nella gestione dell'immigrazione, ovviamente avendo presente esigenze di umanità che l'esecutivo italiano ha sempre rispettato. La Chiesa fa un discorso globale sui poveri, sugli emarginati e sui migranti, al quale una risposta concreta può essere data solo da un impegno complessivo del mondo occidentale e, in esso, dell'Europa per favorire da un lato uno sviluppo nei Paesi di provenienza di queste persone e dall'altro attuando un progetto di distibuzione degli immigrati in tutti i 27 Paesi dell'Unione. L'impegno deve essere globale e l'Italia non può diventare il ventre molle dell'Ue». La Lega però ha fatto la voce grossa. «Nella maggioranza oltre alla Lega ha un ruolo fondamentale il Pdl e ciò è garanzia di equilibrio. È indispensabile una linea di rigore sui temi delle sicurezza e immigrazione evidentemente tenendo conto di esigenze umanitarie che sono sempre state rispettate dal governo». A proposito di Lega, Berlusconi ha detto che a settembre troverà l'accordo con Bossi per scegliere i candidati alle Regionali. Quale sarà la soluzione? «A mio avviso sulla base dei risultati elettorali due regioni del Nord devono andare al Pdl e una alla Lega, alla quale è ipotizzabile che venga assegnata anche la candidatura in una regione del Centro-Nord». Praticamente volete dare Piemonte ed Emilia Romagna al Carroccio? «Non voglio fare nomi. Le candidature bisogna deciderle evitando lacerazioni all'interno della maggioranza e pensando ad una apertura all'Udc». E secondo lei Bossi accetterà sia di non avere il candidato in Veneto che di stringere alleanze con l'Udc? «Facciamo passare le schermaglie agostane, poi saremo ben disposti ad un ragionamento a tutto tondo. La Lega vuole il Veneto? Beh, lo vogliamo anche noi. Se ne discuterà». Ma che tipo di accordo proporrete all'Udc? «Reputo preferenziale un'intesa che coinvolga l'Udc in tutte le Regioni anche per dare il senso di un'ampia alleanza moderata e riformista che va oltre gli schieramenti formali di maggioranza e opposizione. Il loro elettorato è simile a quello del Pdl e non dimentichiamo che al Parlamento europeo siamo tutti iscritti al Partito Popolare. Se esaminiamo alcuni valori di fondo e scelte fondamentali che riguardano le società e l'economia vediamo che l'opposizione di sinistra è in netta minoranza nel Paese e biosogna fare ogni sforzo per farlo emergere alle prossime Regionali. Inoltre in Lombardia e Veneto abbiamo governato senza problemi». Tornando all'agenda dei prossimi mesi, prima mi ha accennato al testamento biologico. Quando diventerà legge? «È probabile che venga approvata entro l'anno. Ora intanto pensiamo a fare un lavoro approfondito in commissione, esaminiamo gli emendamenti e discutiamo con le altre forze politiche. Credo però che il testo approvato dal Senato non verrà stravolto».

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