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Berlusconi, premier-negoziatore

Silvio Berlusconi

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Da quando lo ha annunciato a quando lo ha presentato non è passato molto tempo. Neanche una settimana. Un risultato raggiunto dopo una grande mediazione tra le parti. Ancora una volta, infatti, il Cavaliere ha assunto le vesti del negoziatore. Stavolta, con il dossier Sud sul tavolo, lo ha fatto tra la fronda dei "ribelli" e quella dei "lealisti" sul caso Sicilia. Così, dopo aver annunciato il giorno prima lo sblocco di 4 miliardi, ieri il premier ha illustrato il piano ai diretti interessati. Il tutto in una serie di incontri svolti nella sua residenza-ufficio capitolina. A varcare il portone di Palazzo Grazioli, intorno a mezzogiorno, una nutrita delegazione siciliana di parlamentari e amministratori locali. Tra loro anche il ministro della Giustizia Angelino Alfano, il sindaco di Palermo Diego Cammarata, quello di Trapani Mimmo Fazio, Carlo Vizzini e il senatore Domenico Nania, tutti "lealisti". Stavolta però, c'era anche colei che più ha alzato la voce per difendere le questioni di competenza del suo ministero, per chiedere al governo più attenzione per la Sicilia, per il Sud, Stefania Prestigiacomo. Un incontro a quattr'occhi «lungo, cordiale e chiarificatore», dice chi era presente al colloquio tra il premier e il ministro dell'Ambiente. Innanzitutto, un punto fondamentale: la Prestigiacomo avrebbe ricevuto garanzie sul fatto che l'articolo 4 del ddl anticrisi, caldamente osteggiato dallo stesso ministro dell'Ambiente, sarà modificato, presumibilmente nel decreto "correttivo" che il Consiglio dei ministri dovrebbe varare nella riunione di oggi. Passa un'ora e mezza. La titolare dell'Ambiente lascia Palazzo Grazioli soddisfatta, senza rilasciare alcun commento ufficiale. Il resto della delegazione isolana, capitanata dal ministro della Giustizia, si ferma nella residenza del presidente del Consiglio, il quale comincia così a illustrare il piano Sud. Lo spiega per grandi linee, ma ribadendo quella che è una priorità del governo. Il sud «è nei nostri programmi», spiega Berlusconi nel pomeriggio all'Aquila, aggiungendo che è pronto un piano per le grandi opere «nel quale il 70% è dedicato al sud». Il primo mattone sarà posto stamattina, con la riunione del Cipe che delibererà stanziamenti di 4 miliardi per le infrastrutture siciliane, l'unica regione, precisa il Cavaliere, che «ha presentato dei progetti che hanno ottenuto il via libera del ministro Tremonti». Mai più finanziamenti a pioggia, assicura Berlusconi, ma soltanto finanziamenti in conto capitale per recuperare i ritardi infrastrutturali accumulati dal Mezzogiorno e dalla Sicilia in questi anni. Sempre nella seduta del Cipe di questa mattina, saranno deliberati fondi per 200 milioni per opere infrastrutturali nel Comune di Palermo. Il complesso delle infrastrutture da finanziare in Sicilia sarebbe stato calcolato in 138 opere. Nella lista ci sono opere come l'asse stradale Nord-Sud, che va da Santo Stefano di Camastra a Gela (per cui sarebbero previsti 800 milioni di euro) e il rafforzamento della Palermo-Messina. Oltre naturalmente al ponte sullo stretto. Altri dettagli sul piano sud arrivano poi nel pomeriggio, quando il premier si trova all'Aquila per un sopralluogo ai lavori di ricostruzione nelle zone terremotate. Tra le novità annunciate, la creazione di un ente che «faccia della questione meridionale una questione nazionale», la banca del sud che eroghi fondi per progetti mirati, e un sistema di facilitazioni fiscali. «Sto lavorando con tutti i ministri a questo piano che i miei vogliono sia intitolato a me». Unico punto su cui il Cavaliere non è disposto a cedere a nessun compromesso è l'ipotesi che si dia vita ad un partito del sud: «È una cosa inaccettabile», dice perché «è esattamente il contrario di quello che ho sempre sognato di fare aggregando il centrodestra». Un messaggio rivolto innanzitutto a Gianfranco Miccichè, sottosegretario alla presidenza del Consiglio e tra i "padri" dell'idea di un partito del meridione. Un nodo affrontato nell'ultimo incontro della giornata del premier: la cena con Miccichè e con gli altri azzurri siciliani a lui vicini.

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