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L'Oms avverte: «I Paesi in via di sviluppo sono più vulnerabili»

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Icasi registrati sono in aumento e la situazione resta «molto seria», ha ammonito ieri a Ginevra il vice-direttore generale dell'Oms Keiji Fukuda. Anche se un'epidemia è evitabile è il momento per i Paesi di prepararsi ad affrontarla, ha insistito. L'influenza, originata da un virus suino mutato in umano, ha finora causato in Messico 152 morti, dei quali però solo 20 sono stati ufficialmente attribuiti alla «gripe». Il totale dei casi di influenza da suini ufficialemte notificati all'Oms e confermati in laboratorio è salito dai 73 di lunedì a 79 in sei Paesi. Secondo i criteri usati dall'Oms, il Paese con il più alto numero sono gli Stati Uniti con 40 casi segnalati (in totale sono 64), seguiti dal Messico (26 come ieri), il Canada (sempre a 6), la Spagna con due casi (+1 rispetto a lunedì), due nel Regno Unito (+2) e tre in Nuova Zelanda (+ 3). Fukuda ha ribadito che i Paesi devono preparsi adesso: è necessario anticipare i bisogni ed in particolare quelli dei Paei poveri ed in via di sviluppo che non dispongono delle risorse necessarie che rischiano di essere colpiti in modo sproporzionato, ha detto Fukuda. L'esperto non ha escluso che il mondo possa sfuggire ad un virus cattivo. È possible che un'eventuale epidemia sia lieve - ha detto - ma è troppo presto per pronunciarsi e per ora la migliore cosa da fare è di mantenere alto il monitoraggio. Sulla diffusione del virus, l'esperto ha sottolineato che i nuovi casi segnalati nel Regno Unito e in Nuova Zelanda riguardano viaggiatori.Sul nome dell'influenza Fukuda ha però affermato che l'Oms non intende cambiarlo.

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