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Termovalorizzatori da Acerra al Lazio

Il premier Berlusconi ad Acerra

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L'ultima rivincita è usare Michele Santoro, il simbolo del giornalismo di sinistra e antiberlusconiano, per fare lo spot al governo Berlusconi. Il premier è seduto in prima fila all'interno del termovalorizzatore di Acerra, si vedono sullo sfondo le montagne del Matese leggermente innevate, il Vesuvio di profilo con un sole che riscalda la piana tra Napoli e Caserta. La cerimonia di inaugurazione comincia con il maxischermo che fa vedere le immagini della monnezza che invadeva Napoli, sono le immagini di Annozero del maggio scorso. L'inviato Ruotolo con la mascherina, la spazzatura data alle fiamme, i cumuli lungo le strade, in studio Santoro che urla: «Se non risolvono questo problema in pochi mesi mi metto in mutande». Stop, fermo immagine. Sul palco sale di scatto il sottosegretario Bertolaso e rivela: «Abbiamo risolto questo problema anche per risparmiarci questo spettacolo». Risate generali. Per Berlusconi è un giorno di festa. Parte la prima linea dell'impianto, la prossima ad aprile, a maggio la terza, a giugno tutto sarà a pieno regime. Bertolaso spiega le tappe dell'intervento, come si è usciti dalla fase acuta dell'emergenza. Poi tocca al capo del governo: «Lo Stato c'è e continuerà ad esserci. Noi siamo qui e abbiamo la possibilità di inaugurare questo termovalorizzatore perché lo Stato è tornato». La presenza dello Stato era stato un concetto spiegato anche da Gianni Letta, sempre molto restìo a parlare con i giornalisti e che invece stavolta s'era voluto avvicinare alle telecamere. Il premier avverte: «Se qui ci fosse uno striscione non ci sarebbe scritto "arrivo" ma "partenza", il lavoro non è finito». Quindi spiega come «con i precedenti governi di sinistra le proteste di minoranze organizzate erano considerate dimostrazioni democratiche». «Noi - continua - la pensiamo esattamente al contrario e per far rispettare le decisioni di istituzioni democratiche, lo abbiamo fatto anche attraverso l'uso della forza mettendo in campo le forze dell'ordine e l'esercito. Continueremo in questa direzione». Bertolaso gli porge un mega pulsante che dà l'avvio all'impianto. Applausi e foto ricordo. Il Cavaliere vuole fare un giro della struttura e alla fine, nel retro, al buffet sotto i gazebo, si ferma a fare due chiacchiere con i giornalisti. Gli si illuminano gli occhi, parla del termovalorizzatore con l'orgoglio personale, ne decanta le capacità, il fatto che non inquini, che a disposizione dei cittadini ci sono i dati in tempo reale per conoscere l'inquinamento e se nel caso vengono superati i limiti di sicurezza. Spiega che l'80 per cento dell'impianto lavora per dare aria pulita, che i camini arrivano a 110 metri di altezza e sputano i fumi a 18 metri al secondo verso l'alto, che le turbine generano elettricità che il Gestore nazionale acquista e paga ai Comuni della zona: i cittadini si troveranno anche una bolletta più leggera. Gli domandano: «E ora? Quali le prossime tappe?». Berlusconi non ha dubbi: «Dopo Acerra partiremo con Sicilia e Lazio; anche lì c'è una situazione difficile». Dove nel Lazio? «Vedremo, valuteremo il posizionamento ma non c'è dubbio che adesso realizzeremo un termovalorizzatore da quelle parti. Come questo, all'avanguardia, statene certi». Per il momento il premier non vuole aggiungere altro. Ma è chiaro che il governo pensa di intervenire anche sulle altre partite aperte. Sbloccare le situazioni, come avvenuto ad Acerra dove la costruzione dell'impianto era iniziata nel 2004 e s'era impantanata sino a quando il decreto rifiuti dell'anno scorso ha liberato fondi e soprattutto ha consentito l'arrivo dell'esercito a presidio della struttura. Certo, quelle immagini appena dell'estate scorsa fanno impressione. A guardare i dati, la Campania ha compiuto un salto impressionante. Allora la raccolta differenziata sfiorava il 13%, oggi tocca quota 20 sullo stesso livello delle Marche o dell'Abruzzo. Qui si sono utilizzati strumenti straordinari, se si pensa che solo in Campania chi butta una lavatrice fuori posto rischia l'arresto in flagranza di reato. Eppure, usando le maniera forti il problema ha ricevuto una sterzata non di poco conto. Si attendono i nuovi termovalorizzatori. A Salerno, Santa Maria La Fossa. E quindi nel capoluogo regionale. Avanti senza sosta, con l'aiuto dei militari se serve. Berlusconi è riuscito laddove altri hanno fallito. Napoli è più pulita, questo appare evidente. Non è tutto ma è molto. L'intera classe dirigente locale è stata presa politicamente a schiaffi. E non solo quella politica, al punto che anche il vescovo di Acerra, monsignor Riboldi, quello delle marce anti-camorra degli anni Ottanta, e che pure s'era messo di traverso alla realizzazione dell'impianto, non s'è fatto manco vedere ieri mattina. Sul palco parla anche il sindaco di Milano Letizia Moratti, visto che la A2A gestirà l'impianto. Ma non viene mai citato il presidente della Regione Antonio Bassolino che alla fine rincorre Berlusconi nella speranza che qualche fotografo immortali almeno l'immagine della stretta di mano. Anche questo è il segno dei tempi.

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