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Veltroni perde anche a Firenze

Veltroni

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Ha vinto infatti Matteo Renzi, ex Margherita, ex presidente della Provincia, fedelissimo di Rutelli, al quale i dirigenti del partito da Roma avevano quasi ordinato di ritirarsi per lasciare strada libera a Lapo Pistelli, l'uomo scelto dalla segreteria. Il quale invece si è fermato al secondo posto ma con un risicato 27 per cento, mentre Renzi si è arrampicato fino al 40,5 per cento. Terza Daniela Lastri, assessore comunale alla scuola e quarto Michele Ventura, il candidato buttato nella mischia da D'Alema. Un gesto, quest'ultimo, che è stato letto come l'ennesimo capitolo della lunga disputa con Veltroni, una mossa utile solamente per portare via voti al candidato del segretario. E infatti, nel suo discorso a urne chiuse e vincitore acclamato, Lapo Pistelli ha usato parole al curaro proprio contro Ventura: «Ci sarà invece tempo e modo per capire l'autentica operazione kamikaze dell'ultimo candidato — ha sibilato — buona per uno scontato quarto posto, buona per disamorare una parte dell'elettorato che sopravvalutandone il peso ha preferito stare a casa convinta che il gioco veniva così alterato, buona per dare un'ultima spinta a quelli che già avevano la voglia di sbaraccare il campo». Frasi che fanno capire quanto Veltroni sia rimasto «scottato» dall'esito delle primarie dove alla fine ha vinto il candidato nuovo, non imposto dal segretario e soprattutto giovane, appena 34 anni. Una vittoria che ha ridato fiato a chi sogna un Pd diverso, come Mario Adinolfi. «Per Walter questa sconfitta suona un po' come la campanella dell'ultimo giro. È stato sconfitto, e anche pesantemente, da un under 40 che teoricamente poteva essere il suo candidato». Ma per Matteo Renzi non sarà facile conquistare la fiducia di tutto il partito. Gli ex diessini sono infatti sul piede di guerra, furiosi per non essere riusciti a far convergere su un unico candidato di «sinistra» le preferenze dei fiorentini. Ma accusano anche Renzi di essere riuscito a vincere le primarie facendosi aiutare con voti del centrodestra. Così molti ipotizzando addirittura che ci sia il rischio di un voto disgiunto alle comunali: preferenza al Pd ma segno sul candidato espresso dalla lista che riunisce Rifondazione Comunista, Comunisti Italiani e Socialisti. E infatti la raccomandazione che è arrivata dal sindaco uscente Leonardo Domenici a Renzi è stata proprio quella di ricucire con tutto il mondo lasciato fuori dal Pd: «Dobbiamo costruire una coalizione con La Sinistra sui contenuti e sui programmi. Perché accentuare troppo una impostazione di rottura può essere rischioso». «Renzi — ha proseguito — procede a strappi e poi tende a ricomporre, spero che adesso dopo le primarie si apra una fase diversa».

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