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L'Udc fa di nuovo l'exploit ma solo se va con il centrodestra

Casini

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Dati che non vennero più ugualiati nè alle elezioni politiche del 2006 dove l'Udc si fermò al 7,8% né tantomeno a quelle dell'anno scorso chiuse al 5,6%. Lo stesso fenomeno si era registrato anche a dicembre alle Regionali in Abruzzo dove il partito di Casini s'era fermato al 5,4% simile al 5,8 delle Politiche di aprile quando pure aveva corso da solo. Con il centrodestra invece aveva toccato nel 2006 il 6,8% e alle Regionali dell'anno prima l'8,4. Ma quest'anno la storia sembra proprio essersi capovolta: lo Scudocrociato si è presentato al giudizio degli elettori sostenendo il candidato del Pdl, Ugo Cappellacci, e ha fatto l'exploit. Al quartier generale dell'Udc è grande festa. «Un dato così è significativo e riconferma la posizione del partito in Sardegna - commenta il capogruppo regionale, Roberto Capelli -. Il nostro elettorato ha premiato la scelta di alleanza con il Pdl e al contempo gli ha voluto lanciare il messaggio che l'Udc è un alleato determinante per vincere le elezioni». Ora il problema però rischia di spostarsi necessariamente dall'Isola alla terraferma. Un'altra regione verrà governata da una maggioranza che comprende anche l'Udc mentre, a Roma, il partito siede sui banchi dell'opposizione. E così si prospettano due strade: la prima quella di continuare sulla strada della divisione e la seconda che, invece, potrebbe aprire uno spiraglio di allargamento della maggioranza anche in Parlamento. «Il Pdl dovrebbe riflettere, a livello nazionale, sul voto sardo - continua Capelli -. L'Udc ha fatto una scelta coerente e opportuna e una possibile alleanza anche a Roma mi vedrebbe favorevole. Noi siamo alleati affidabili. Certo, credo sia indispensabile capire che persistono due problemi fondamentali che sgretolano questa opportunità. Il primo è la Lega. Noi non possiamo accettare l'estremizzazione politica. Anche loro sono alleati, ma i loro consensi si limitano al Nord, noi invece lo saremmo in tutta Italia. Il secondo è quello relativo ai nostri valori e alle nostre identità. Non rinunceremo mai alla nostra linea politica ne tantomeno al nostro simbolo. Al tempo stesso sono, però, convinto, e i dati della Sardegna me ne danno atto, che insieme siamo una forza». Così la partita si rimette tutta nelle mani del premier Berlusconi che di questa campagna elettorale ha voluto essere il protagonista indiscusso. E intanto a Iglesias, proprio l'Udc, è il partito che conquistato la medaglia d'oro delle preferenze degli elettori. «La città era molto provata dalla crisi industriale - commenta Capelli - e Soru non è riuscito a dare risposte convincenti per arginare il problema. Poi proprio lì era candidato il nostro segretario regionale, Giorgio Oppi, che si è rimesso in gioco dopo il voto che l'anno scorso l'ha fatto diventare deputato di opposizione. È stata la vera cartina tornasole».

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