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La Camera approva una mozione contro la Iervolino

Rosa Russo Iervolino

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Sulla giunta di Napoli, la maggioranza vota contro le indicazioni del governo in aula alla Camera. Succede in una convulsa seduta dedicata alla discussione della mozione del Pdl per lo scioglimento del comune di Napoli. La discussione, subito infuocata, parte dal parere negativo che il governo, rappresentato in aula dal sottosegretario all'Interno Michelino Davico, esprime sui punti più sensibili della mozione presentata da Laboccetta: la richiesta di rimozione del sindaco di Napoli Rosa Russo Iervolino per motivi di «ordine pubblico» e l'invio nel capoluogo campano di una commissione ministeriale di indagine. Sugli altri due punti del documento (la revoca dei poteri straordinari concessi al sindaco e l'impegno del governo a riferire presto in aula sulla vicenda), il governo dà invece il suo avallo. Il Pd ha cercato in tutti i modi di rinviare il voto, ma il presidente di turno dell'assemblea Antonio Leone (Pdl) non ha sentito ragioni. Di qui la decisione dei democratici e dell'Italia dei Valori (che pure aveva presentato una sua mozione) di uscire dall'aula. Anche il leader dell'Udc Pier Ferdinando Casini ha cercato di convincere il centrodestra a non arrivare al voto, sostenendo che una Camera che chiede di revocare un sindaco compie un'invasione di campo che cozza contro i principi dell'autonomia degli enti locali e del federalismo. «Una cosa del genere non la posso votare, è una piccola mazzata alla credibilità delle istituzioni», ha detto Casini, che ha però chiesto ai suoi deputati di restare in aula a votare, per rimarcare il giudizio politico negativo sulla giunta di Napoli. Ma Pdl e Lega nord non si sono fatte impressionare dalle argomentazioni delle opposizioni e sono andate avanti per la loro strada, fino a votare in difformità alle indicazioni del governo, In un'aula per metà vuota, tutti i punti della mozione sono passati, uno dopo l'altro, con il sì del centrodestra e l'astensione dell'Udc. Un evidente segnale politico che la maggioranza ha voluto inviare all'esecutivo: anche se le mozioni parlamentari non sono vincolanti per il governo, Palazzo Chigi non potrà non tenerne conto. Subito dopo, rientrati i deputati dipietristi e democratici, l'aula ha bocciato la mozione dell'Idv, che chiedeva genericamente di restituire la parola agli elettori napoletani. Nella discussione sono venute fuori le divisioni interne dell'Idv. Il deputato dipietrista campano Francesco Barbato si è dissociato dalla richiesta di scioglimento del consiglio comunale. Mentre Nello Formisano, ex segretario regionale campano sfiorato dalle inchieste napoletane, ha sventolato in aula il certificato da cui risulta che il suo nome non è nel registro degli indagati.  

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