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Casini resta a piedi

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Berlusconi l'ha ripetuto nuovamente ai suoi dopo un periodo estivo di ammiccamenti vari tra l'Udc e alcuni esponenti di Forza Italia: con i centristi non c'è all'orizzonte alcuna possibilità di accordo. Neppure a livello locale. E non è neppure facile per chi oggi fa parte dell'Udc provare a passare da solo nell'alleanza FI-An. Uno come Mario Baccini, ad esempio, che pure ha avuto in passato con Berlusconi un rapporto abbastanza stretto, che è in rotta con Casini da tempo, fa fatica ad essere accettato nella costituente del Pdl. Per Pier Ferdinando resta in piedi la possibilità di un'alleanza con il Pd, anche se non sarà facile farla «digerire» al suo elettorato. Nel partito di Veltroni gli inviti all'Udc si ripetono da tempo, anche se uno esperto di strategie «democristiane» come Dario Franceschini ieri ha ironizzato sulle «giravolte» dell'ex presidente della Camera: «Casini lo conosco da anni, non bisogna pensare che dica adesso con chi si alleerà: si farà corteggiare per quattro anni e undici mesi da noi e da loro e poi deciderà nell'ultimo mese». «Certo — ha proseguito — noi lavoreremo per fare opposizione insieme e se ci saranno le condizioni si potranno fare alleanze a livello locale sapendo che ci saranno comuni in cui l'Udc sarà alleato con il Pdl». E proprio nelle alleanze per le elezioni amministrative Pier Ferdinando Casini giocherà la sua partita. Iniziando da quella più imminente, le regionali in Abruzzo. «Il nostro partito — ha commentato ieri il segretario centrista Lorenzo Cesa — continuerà a discutere in Parlamento sui problemi che stanno a cuore agli italiani, così come stiamo operando anche in Abruzzo, dove abbiamo avviato un confronto con entrambi gli schieramenti e la scelta dell'alleanza per le elezioni regionali del 30 novembre sarà fatta solo sui programmi che consentiranno di risolvere i problemi di questa regione». Proprio in quelal regione i centristi potrebbero sperimentare il primo «abbraccio» con il centrosinistra. Presentando un proprio candidato, Rodolfo De Laurentis, abruzzese, ex parlamentare non eletto alle ultime elezioni e lasciato a piedi da qualsiasi incarico. Pare sia stato proprio Casini a cercarlo e a chiedergli di candidarsi nella sua terra. Uno schema che vedrebbe il Pd appoggiare il candidato di centro — anche perché il partito di Veltroni, dopo l'arresto di Del Turco, non ha candidati spendibili — e lasciare l'Italia dei Valori andare da sola. Una soluzione che, tra l'altro, si intreccia con un'altra partita, quella per le poltrone nel nuovo Cda della Rai. Casini avrebbe infatti promesso, prima dell'estate, un posto nel consiglio di amministrazione di viale Mazzini proprio a De Laurentis. Candidandolo in Abruzzo il leader Udc potrebbe invece sistemare sulla poltrona di presidente il fedele Roberto Rao, lasciando libero un posto nel Cda per un esponente del Pd. E offrendo contemporanente a Walter Veltroni la possibilità di proporre un suo uomo, non insistendo più sulla candidatura di Leoluca Orlando, in quota Italia dei Valori.

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