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Pakistan, Sharif rompe la coalizione e va all'opposizione: «Accordi violati»

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Nawaz Sharif ha accusato il PPP, guidato da Zardari e da suo figlio Bilawal Bhutto, di non rispettare gli impegni. «Che senso ha essere in una coalizione - ha detto Sharif in conferenza stampa ieri sera ad Islamabad - quando un partito decide per tutti? Era stato deciso che avremmo presentato un candidato non di parte per l'incarico di capo dello stato, e l'accordo è stato violato». Il dissidio tra i due partiti è nato soprattutto sul reintegro dei giudici rimossi dal presidente dimissionario Pervez Musharraf e sui cambiamenti costituzionali voluti recentemente da quest'ultimo, che ampliano i poteri presidenziali. Da mesi Sharif chiede che i giudici vengano rimessi ai loro posti subito. Il PPP però nicchia, timoroso che i magistrati reintegrati possano abrogare l'amnistia concessa l'anno scorso a favore di Zardari, pluri-indagato per corruzione. Secondo quando riferito da Sharif alla stampa, il leader della Lega Pachistana Musulmana-N aveva avuto diversi incontri con la coppia Bhutto-Zardari durante il loro esilio e aveva raggiunto un accordo scritto sul reintegro dei giudici, accordo che è stato mostrato ai giornalisti. La rottura in seno alla coalizione cade in un momento particolarmente grave per il Pakistan, scosso da una serie di attentati sanguinosi mentre si fa sempre più aspro il confronto con i fondamentalisti di matrice islamica. Proprio ieri mattina, in una intervista alla BBC, il vedovo della Bhutto aveva denunciato che il Paese «sta perdendo la guerra con i taleban» e che «il mondo intero ne sarà colpito». L'uscita della Lega Musulmana dal governo secondo gli analisti non dovrebbe portare necessariamente ad elezioni anticipate, visto che il PPP dovrebbe essere in grado di raccogliere abbastanza voti in parlamento per governare. Sharif ha candidato per il suo partito alle elezioni presidenziali del 6 settembre prossimo l'ex giudice Saeed-uz-Zaman Siddiqui, cacciato da Musharraf per essersi rifiutato di ratificare il suo giuramento da presidente dopo il colpo di stato del '99. L'ex premier, ora all'opposizione, sta studiando con i suoi avvocati la possibilità di bloccare la candidatura di Zardari a causa di processi pendenti a suo carico. I legali di Sharif hanno parlato di possibilità di un «secondo impeachment», dopo quello che stava per essere formulato contro Musharraf. La reazione del PPP non si è fatta attendere. Farhatullah Babur, portavoce del partito, ha detto che la decisione del PML-N «è stata presa in fretta» e che la coalizione ha solo lavorato «nell'interesse del paese». Zardari finora non ha fatto commenti. Sempre ieri, intanto, il Pakistan ha messo al bando un gruppo taleban, il Tehreek-e-Taliban Pakistan (TTP), ritenuto responsabile di una ondata di attentati terroristici che in un anno hanno causato oltre mille morti nel Paese. Il Tehreek-e-Taliban Pakistan (TTP) che avrebbe, secondo Washington, collegamenti con Al Qaeda, è guidato dal capo taleban Baitullah Mehsud, che vive nella regione tribale del Waziristan, ai confini con l'Afghanistan.

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