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Finanziaria, nel 2009 stretta da 13,1 miliardi

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Già un mese fa Tremonti aveva annunciato che la Finanziaria sarebbe stata anticipata a prima dell'estate. Il percorso quindi viene rispettato anche per dare un segnale a Bruxelles che ha espresso preoccupazioni per la debolissima crescita economica dell'Europa in generale ma soprattutto per l'Italia e per l'aumento del deficit. L'impatto complessivo della Finanziaria sarà di 13,1 miliardi per il 2009 e di 34,8 miliardi fino al 2011. Ma una correzione dei conti ci sarà anche quest'anno. La manovrina pari a 3 miliardi di euro dovrebbe andare in Consiglio dei ministri insieme al piano Tremonti per la stabilizzazione dei conti pubblici che, ha detto il responsabile dello Sviluppo economico Claudio Scajola dopo il vertice di governo con il premier Berlusconi, sarà presentato «la prossima settimana», il 18 giugno. Le cifre sulle prossime Finanziarie sono state fornite nel pomeriggio dal sottosegretario Vegas nel corso della conferenza unificata con le Regioni che aveva all'ordine del giorno proprio l'illustrazione del Documento di programmazione economico. Il governo potrebbe portare il testo già nel consiglio dei ministri della prossima settimana. Dopo l'allarme della Bce per il rischio di un «significativo peggioramento» del deficit (che potrebbe aumentare dello 0,4% rispetto al Pil), la manovrina si rende ancor più necessaria per assicurare a fine anno un disavanzo al 2,4%, come nelle previsioni del governo Prodi. La manovra triennale prevede dunque un primo pacchetto da 13,1 miliardi a valere sul 2009 che si cumulerà alla manovra 2010 portando l'impatto a 20,2 miliardi per arrivare nel 2011 a complessivi 34,8 miliardi che serviranno, come già indicato a raggiungere il pareggio di bilancio. Anche gli enti locali saranno chiamati a stringere la cinghia. Per Comuni, Regioni e Province c'è in vista un giro di vite. Il contributo a carico degli enti locali per la Finanziaria 2009 sarà di 3,4 miliardi più un miliardo di tagli alla sanità. Nel 2010 si arriverà a tagli per 5,2 miliardi (meno 2 miliardi alla sanità) e alla fine del triennio i tagli complessivi saranno di 9,2 miliardi più 3 miliardi che arriveranno dalla sanità. I 3,4 miliardi di tagli per il 2009 che colpirebbero regioni ed enti locali sarebbero per 900 milioni di euro a carico delle regioni, per 360 milioni a carico delle province e per 1,54 miliardi di euro a carico dei comuni. A questi si aggiungerebbero i tagli a carico delle regioni a Statuto speciale. Tra le misure allo studio la stretta fiscale su banche e assicurazioni e la «Robin Hood tax» sulle società petrolifere. Per i risparmi, poi, è possibile il ricorso a interventi restrittivi sulla pubblica amministrazione, tra cui lo stop alla stabilizzazione dei precari. Allo studio l'ipotesi di abolire le comunità montane, a cui dovrebbe unirsi una brusca frenata alla proliferazione delle Province. Per sostenere la crescita, invece, tra le misure principali allo studio ci sarebbe il taglio delle accise per i settori in crisi a causa dell'impennata dei prezzi dei carburanti (in particolare autotrasporto e pesca) e una norma per l'ammodernamento della rete di distribuzione dei carburanti per evitare il contenzioso con Bruxelles in assenza, entro il 28 giugno, di misure sulla liberalizzazione del settore. Regioni e Comuni sono pronti a dar battaglia contro quelli che definiscono tagli insostenibili. «È impossibile sostenere una manovra di questo tipo con il contemporaneo blocco delle addizionali» ha commentato il presidente dell'Anci, Leonardo Domenici. Il ministro per i Rapporti con le Regioni Raffaele Fitto ha voluto tranquillizzare i rappresentanti degli enti locali dicendo che la Finanziaria «non sarà di tagli ai trasferimenti ma anche di semplificazioni e sviluppo». Poi ha assicurato che «prima del Consiglio dei ministri, nei prossimi giorni, proseguirà il confronto politico, per raccogliere suggerimenti». L.D.P.

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